Page 42 - LA PERLA DELLE EGADI
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sito dell'uso del termine di "un certo" nei confronti dì P. Abbate.         Martino e la reg ina Maria fanno con la loro flotta per le "calme acque
Il Polizzi prova a difendere l'illustre nome del suo concittadino,          aegusee" il 23 marzo 1392, quando approdano a Marsala,da dove
fornendoci interessanti particolari.                                        sì recano a Trapani e quindi via Salem i a Palermo ,per prendere
                                                                            il possesso del regno. In questo frangente gli Abbate vengono di-
      Egli ricorda che P. Abbate, cavaliere del re Carlo l d'Angiò, fu      chiarati ribelli e spogliati dei beni e del dominio o della proprietà
un grande uomo d'armi e di nobilissima famiglia trapanese. Si deve          di Favignana (notizia non controllabile),che vengono concesse ad
infatti, a questa stirpe patrizia la costruzione del con vento dell'An-     Aloisio De Carissima. Re Martino, a sua volta, fa dono dell'intera
nunziata a Trapani. E che 1'8 agosto 1280 lo zio dì Palmerio, Ribaldo       isola ad Allegranza di Moncada, per i numerosi servigi che questa
lo fece erede universale dei suoi beni per l'animo nobile del nipote        nobile fa miglia d'origine spagnola gli avevano reso. Il capitano
combattente. Cita ìn proposito il rogito notarìle redatto da Giacomo        generale Ugo Moncada in un combattimento con i Turchi, presso
Vitellari di Trapani. Il Polizzi continua ricordando al suo nobile amico    il mare di Favignana in difesa della popolazione di questa, verrà
Struppa che la famiglia degli Abbate tra il 31agosto e il 4 settembre       ferito gravemente al volto. Ma dopo il tradimento dei Moncada (cosa
del 1282 diede ospitalità al re Pietro l d'Aragona e che P. Abbate          molto usuale presso le famiglie nobili) del 1398, l'isola ridiviene
morì nella battaglia navale di Ponza nel 1300. Alla fine il Polizzi         demanio regìo.(2l
contesta l'affermazione dello Struppa quando questi afferma che
P. Abbate fu "signore di Favignana". Risulta, infatti, dal "Formularium",         Nel 1405 l'isola ritorna ai De Carissima e precisamente a
conservato presso la Cancelleria dì Napoli, che P. Abbate fu solo           Luigi, nipote di Aloìsìo. Questi la dà in dote alla figlia che contrae
custode del castello posto in montagna e non feudatario dell'isola.         matrimonio con benedetto lssio Riccio. La famiglia dei Riccio nel
                                                                            1498 provvede a ri parare, con opere murarie e fors'anche ad in-
      Nel giugno del 1266 durante le guerre crociate, le acque delle        grandìrlì, i tre castelli di S. Caterina, S. Giacomo, S. Leonardo.
Egadi assistono ad una nuova battaglia tra Genovesi e Veneziani.
                                                                                  Fino al 1590 Favignana resta di proprietà dei Riccio, nobile
      La presenza dei Genovesi nell'arcipelago è dimostrata dal             famiglia trapanese, aì quali si sostituiscono per un gioco di matri-
                                                                            moni i Filingeri eppoi Giacomo Brignone. Nel 1616 l'isola passa a
nome attuale di Levanzo e dalla grotta del Genovese. Non si tratta,         don Alonso Perrera (capostipite degli attuali Perrera dì Trapani) che
però, di un dominio vero e proprio, ma di fondachi adibiti allo smi-
stamento delle merci provenienti dall'Oriente e a luoghi di sosta           vi rappresenta il sovrano, in quanto l'isola nel contempo è ridiven-
dei mercanti. Erano punti d'incontro coi "mercati mussulmani ch e
potevano viaggiare dalla Spagna all'India senza accorgersi che              tata demanio reg io. Nel 1411 un ra ppresentante di Favignana, non
andavano in terre straniere" (The Cambridge Economie History of             meglio identificato ma forse si tratta di Luigi De Carissim a, dichia-
Europe, Vol. Il pag. 283)Pl                                                 ra alle città confederate di Trapani, Marsala, Mazara, Salemi, Par-
                                                                            tanna, S. Giuliano e Castelvetrano la sua lealtà e quella degli abitanti
8) Dagli Svevi alla Pace di Utrecht                                         verso la regina Bianca della Casa d'Aragona, contro le pretese al
                                                                            trono, da parte di Bernardo Cabrera, al regno di Sicilia.
      Con l'alternarsi degli Svevi ai Normanni, le isole Egadi raggiun-
gono un nuovo sviluppo economico e culturale. Ma la morte del-                    Nel 1493, quando Ferdinando Il sancisce con editto regio la
l'imperatore Federico Il (1250) segna un nuovo tracollo dell'arci-          cacciata degli Ebrei dal suo regno, si ha notizia che qualche fami-
pelago, soprattutto durante la dominazione angioina che trasporta           glia trova a Favignana rifugio, nell'accorto silenzio isolano. Durante
la capitale del regno a Napoli. La reazi one dei Siciliani non tarda        questo periodo Favignana vede un iffittìrsi delle incursioni turche
ad arrivare. Infatti, nel 1282 scoppia un moto popolare, chiamato           che si protraggono fin dalla cacciata degli Arabi dalla . Sicilia.
dagl i storici "l Vespri Siciliani". L'insurrez ione scoppiata a Palermo
si diffonde a macchia d'olio in tutta l'Isola. Gli insorti, per non essere         Questo fatto determina la mancata costruzione di un centro
sopraffatti dagli Angioini , offrono la corona a Pietro Ili d'Aragona       abitato che avrebbe siuramente agevolato le scorrerie saracene
che accetta e sbarca subito dopo in Sicilia. Inizia così la "Guerra         nell'isola. Le popolazioni, scarsamente difese da quello stesso
del Vespro" che cesserà solo nel 1302 con la pace di Caltaberlotta,         potere verso cui si dichiarano suddite devote, per evitare depor-
che sancisce il distacco politico della Sicilia dall'Italia meridionale.
                                                                            Note:
      Anche le Egadi danno il loro contributo modesto, data la scar-        1) In una grotta presso Cala S. Nicola sulla destra entrando si nota scolpito sulla
sità delle forze e dei mezzi a loro disposizione, alla cacciata degli       roccia il tipico segno crociato dello scudo attraversato da una croce.
Angioini dalla Sicilia. All'intimazione del Burdacco, comandante
della piazza marsalese, dì consegnare tutto l'oro e. l'argento ìn           2) Presso la proprietà dei Venga a Cala S. Nicola impera in tutto il suo magnifico
possesso, esse rispondono con lo sterminio del presidio fran-               splendore. tra capperi e capelvenere. lo stemma patrizio dei Moncada scolpito
cese. Gli storici ricordano ancora le Egadi per il viaggio ch e re          neila roccia l ufacea. tinto dal bruno del museo che lo rende più vivo. facendone
                                                                            risaltare i particolari. Nell'isola sono presenti altri stemmi gentilizi rovinati dai cavatori.
                                                                            quali quelli dei Gonzales. clei Litta o Uotta e dei Muiios.

                                                                                                                                                                       51
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