Page 44 - LA PERLA DELLE EGADI
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aveva tolto alla Sicilia la sua tradizionale autonomia, dopo il Con- governanti italiani, come in passato i Borboni, i Savoia, il fascismo
gresso di Vienns (1815). Nel 1837, l'isola viene afflitta dal colera non vorranno ridurre ques to lembo di terra incantevole ad un
che qui miete parecchie vittime. "lager" della repressione.
1126 giugno 1844 i fratelli Carriglio,comandati da Pietro Canino, 10) Il Forte di S. Caterina. 111
si macchiano di un crimine infame: ucc idono l'arciprete Vincenzo
Guglielmi e l'Avv. Tucci rinchiusi nel castello di S. Caterina, per Da "La Nazione" di Firenze dell'8.12.18 76.
presunte offese ricevute. L'evento fa parecchio scalpore, ma i col- "Poichè del carcere del forte di S. Caterina s'è in questi giorni
pevoli non verranno mai condannati (delitto di Stato?) . molto parlato e scritto a proposito del processo Nicotera contro la
Gazzetta d'Italia, non sarà discaro ai nostri lettori averne alcune
Nel 1848 i liberali siciliani sono i precursori di quei moti che notizie precise. Chi ce la somministra è un testimone in quella
infiammeranno l'Europa intera. Ferdinando Il di Borbone viene di- causa, che non è nè pretore, nè impiegato alla fonderia, come
chiarato decaduto ed il trono è affidato al duca di Genova Alberto alcun i reporters hanno detto, ma è il cav. G. Polizzi bibliotecario
Amedeo di Savoia-Carignano. Ma con il trionfare della reazione in alla Fardelliana di Trapani, ch e il 18 luglio di quest'anno, ebbe a
tutta l'Europa, la Sicilia ritorna l'anno dopo ai Borboni. Ancora una visitare quelle terribili prigioni allo scopo di scrivere, com'egli in-
volta le carceri di S. Caterina si riempiono di patrioti, le quali ospi- tende, una storia di quella fortezza, ove tanti e tanti valentissimi
teranno anche i miseri resti dell'infelice spedizione di Carlo Pi- scontarono in diverse epoche, e sotto il governo dei Borboni di
sacane (1857). La fine dei Borboni, però, è segnata, così come Napoli il peccato dell'amor di patria.
ogni dominazione straniera in Sicilia. Secoli di storia l'hanno dimo- Lasciamo la parola allo stesso Sig. Polizzi: L'isola di Favignana
strato. Bisognerà aspettare il 1860, quando una rivolta popolare (la Aegusa degli antichi) dovrebbe essere ritenuta come un san-
contro i Napoletani persuade Garibaldi alla spedizione dei Mille. tuario del patriottismo siciliano, cioè dell'antico regno delle due
Sicilie. Fra i tanti infelici liberali trascinativi dai Borboni a domicilio
L'11 maggio 1860 le truppe del Liberatore sbarcano a Marsala, coatto, cito il generale Topputi, lo Angioletti, Cerentani, Curzio,
Il giorno dopo il vessillo garibaldino, accompagnato da una salve
di cannoni, sventola sulla Torretta di Favignana a salutare l'Eroe Monte S. Caterina (m 302). In alto il castello omonimo
che dalla sponda opposta sta iniziando la sua grande avventura.
Note:
l patrioti rinchiusi nelle galere borboniche di S. Caterina ven- 1) Ho preferito riportare l'articolo per intero perché lo ritengo di per sé molto signi-
gono liberati e quindi avviati con nuova speranza ad ingrossare ficativo, attuale e superfluo di ogni retorico commento. Le condizioni descritte nel
le truppe di Gari baldi. Con l'unificazione della Sicilia all' Italia, Fa- pezzo giornalistico a proposito delle carceri di S. Caterina. mi fanno venire alla
vignana, purtroppo, continuerà ad essere, come al tempo dei mente quelle dell'odierno bagno penale di S. Giacomo in Favignana.
Borboni, domicilio coatto e bagno penale di tutti coloro che saranno
invisi ai Savoia e ai loro "illustri" governi. Le carce ri di S. Caterina, 53
grazie all'intervento dell 'opinione pubblica, verranno dal regio go-
verno dichiarate inagibili e al loro posto verrà utilizzato il castello
di S. Giacomo (se non è zuppa è pan bagnato). Durante il famigerato
"ventennio" Favignana ritorna ad essere domici lio coatto dei con-
dannati per reati comuni e politici, nonchè luogo d'ergastolo.
Con la caduta del fasc ismo e con la fine della Seconda Guerra
Mondiale che nel 1943, a causa di un bombardamento aereo al-
leato, vi apporta lutti e distruzioni immani a tutto il centro abitato,
Favignana acquista il suo naturale volto di cittadina gaia e gode
di un relativo progresso economico che dura fino all'inizio degli
anni '60. Subito dopo questo periodo, ricade nella fase di reces-
sione economica, perchè nè gli operatori economici locali o i
genovesi Parodi, nè il potere pubblico comprendono in tempo
che bisogna riammodernare tutti i sistemi di produzione agricola,
ittica ed estrattiva.
L'isola, quindi, per un decennio sopporta il comune dramma
siciliano dell'emigrazione che trova, ai giorni nostri, un arresto, si
spera definitivo, grazie allo sviluppo turistico. Sempre che i nuovi