Page 45 - LA PERLA DELLE EGADI
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Ricc1ardi, il benemerito Carlo Cottone Principe di Castelnuovo, i          11) Le Chiese di Favignana.
due fratell i Gregorio e Francesco Ugdulena, l'uno insigne orienta-
lista e archeologo e l'altro bravissimo grecista.                                La presenza cristiana nell'isola è rilevata da vestigia, da croci,
                                                                           da scritture che abbondano in quasi tutte le grotte di cui Favi-
       Del forte e del carcere di S. Caterina in ispecie ebbi a scrivere   gnana è tanto ricca. Aegusa, come è stato detto, fu un centro inte-
qualche mese fa, che converrebbe conservarlo come un monu-                 ressante di associazionismo dei primi credenti nel Messia, qui
mento classico nel suo genere, un monumento di barbarie. Era               pervenuti per sfugg ire alle persecuzioni dei vari imperatori romani.
uno di quei carceri siciliani, che Gladstone d opo averli visitati de-
nunziò dalla Camera inglese all 'Europa civile, e stigmatizzando                 Sebbene però l'elemento cristiano fa la sua comparsa fin dal
il governo che li teneva disse che esso era la negazione di Dio.           l o Il secolo, l'isola fino all'anno 11 23 non ha una sola chiesa. Il cu lto
                                                                           di Dio viene praticato dentro le grotte ove i Cristiani dell'epoca so-
       Era mio compag no e guida in quel forte il mio buon amico           gliano abitare e quindi riu nirsi per pregare insieme.
Benedetto Angileri, che fu testimonio delle soHerenze degli ultimi
condannati politici, ivi raccolti e me ne dava un tristissimo rag-               La pri ma chiesa edi ficata nell'isola, presso il castello di S.
                                                                           Giacomo da cui prende il nome, viene fatta elevare dal normanno
guaglio. La fortezza è elevata sul livello del mare 344 metri, a forma     Ruggero Il, subito dopo la cacciata degli Arabi dalla Sicilia. Per alcuni
                                                                           secoli essa rappresenta l'unico vero luogo di adorazione per i non
d'una piramide, coperta spessissimo di folta nebbia.                       numerosi abitanti dell'isola. Essa serve alle celebrazioni religiose
       Passando attraverso il corridoio areato vi si aprono ai lati due    dell'intera collettività, anche se era stata costruita ad esclusivo
                                                                           uso dei militari che presidiavano l'isola di Favignana. Nel 1860 il
prigioni: una a destra, quella di Giovanni Nicotera, a sinistra quella     governo determina la chiusura della Chiesa di S. Giacomo c he
ove stettero rinch iusi i suoi 15 compagni, misero avanzo della            viene adibita a locali carcerari. Al suo posto viene allestita, nello
spedizione di Sapri. Penetrato nella prima delle due, la più orribile,
col sacro orrore di chi passa per un luogo, direi quasi, santificato       Piazza Matrice : La Chiesa Matrice
dalla sventura e dell'amore di patria, in principio non vidi nulla,
tanto era il buio che regnava dentro a questa bolgia di Dante.
Feci portare alcune candele, e al lume di esse potei averne una
completa idea. Sonvi in quella fossa due letti da campo o giacigli
di pietra, larghi all'incirca m 2,40; lunghi m 7,20; dal suolo alla volta

lo spazio non è più alto di 4 m.

       Nelle mura dei carceri trovai séritte a lettere di carbone le
iscrizioni che seguono, e che vi riscrivo nella loro più genuina esat-
tezza epigrafica. Nel muro, a sinistra del carcere :
Fu questa tremenda l segreta dove giacque l Giovanni Nicotera l
vittima di quella infame dinastia l sbalzata più tardi dal trono l
di Napoli per sua l cooperazione. l

       Evidentemente fu scritta dopo il 1860, postuma alla scarce-
razione del condannato.

      Nel muro stesso è un Iaculo per il lume. Di fronte. sull'altro
giaciglio a destra, è quest'altra terribile epigrafe:

Iddio liberi uno l sventurato di l questo luogo che senza l il suo
aiuto vi l trova morte! /. Vicino ad essa leggesi:
Qui fu sepolto vivo lo sventurato l eragostolano politico Giovanni
Nicotera. l.

      Nella stanza stessa è quest'ultima tristissima iscrizione:
O tu che avrai la sventura l di stare in questo luogo 1 preparati
a soffrire tutti i tormenti.

       Le due ultime sono di mano del Barone Nicotera, come mi
assicurò egli stesso, a cui ne mandai una copia tro vandomi ulti-
mamente in viaggio per l'Africa. Gli altri ricordi del mio tacc uino
si riferiscono alle altre carceri di questa stessa fortezza. e che
conto di pubblicare io stesso nel mio lavoro". Firm ato G. Polizzi.

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