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vitali, a cominciare dalla valutazione delle priorità
               e delle necessarie dismissioni di attività. L'abilità
               di chi lo  aveva  preceduto era  consistita  anche
               nell'avere agganciato il  proprio sistema di im-
               prese al mercato nazion~e, di averlo integrato
               ricorrendo alla politica. E ben noto come l' ope-
               razione imprenditoriale più riuscita sia stata la
               creazione della prima grande società di naviga-
               zione italiana, sorta dalla fusione tra le compa-
               gnie  Florio  e Rubattino  nel  1881. n senatore
               aveva dimostrato che per continuare a esistere
               come armatore occorresse compiere il  salto di
               qualità ed entrare nel salotto buono della politica
               e della finanza. Missione compiuta con successo,
               grazie a Francesco Crispi e ad Abele Damiani;
               ma per continuare  a ri.manervi,  dopo il  1891,
  )
               l'erede avrebbe dovuto adottare nuove scelte e
  )
  a            muoversi con estrema prudenza, anche perché
  r            il sistema bancario nazionale stava letteralmente
               franando  (lo  scandalo  della Banca Romana,  i
               fallimenti  del  Credito  Mobiliare,  della  Banca
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               Generale, della Banca di Genova, del Banco di
  :1           Sconto e Sete) e il sistema industriale era entrato
  a            anch'esso nel tunnel della recessione economica.
               Perciò appaiono risibili e fuori tema alcune va-
               lutazioni sommarie sulla fine dei Florio, che non
  li           tengono  conto  della  complessità  degli  eventi,
               della molteplicità  e interazione  dei fattori  che
               componevano il quadro economico, industriale
  a            e finanziario del Paese tra i due secoli.
  e               Su almeno quattro di queste argomentazioni
               è il caso  di soffermarsi,  a cominciare dall"' as-
               sioma" secondo cui Ignazio jr non avrebbe mai
  )-
               licenziato operai. Possibile?
  e               A  fine  1892  il  Compartimento marittimo
  o            palermitano della Navigazione Generale Italiana
               includeva la Fonderia Oretea (800 operai) e lo
               scalo di alaggio per le riparazioni delle navi (590
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  o            operai), cui si aggiw1gevano altri 47  tra ammi-
  l-           nistrativi,  disegnatori  e  tecnici;  complessiva-
               mente quindi, erano occupati 1.43 7 lavoratori,
 :e            170  dei  quali  di  età inferiore  a  15  anni.  Due   perdevano il lavoro era molto alta, come si rileva   Caldaie della Fonderia Oretea dei
               anni dopo si registrava già la prima flessione a   tra le carte degli archivi pubblici; così, infatti,   Florio all'Esposizione Nazionale di
  )-
                                                                                                    Palermo 1891-92, da «L'Esposizione
 _a            1.07 4 operai; nel1905 i dati ufficiali indicavano   scriveva  il  questore  al  prefetto  il  29 febbraio   nazionale di Palermo" fascicolo 7,
 li            un nwnero di occupati pari a 557 unità; infine   1899: «Le notizie rassegnate alla S.V. lli.ma col   Fratelli Treves,  Milano 1892
 :e            365 nel1911. Sempre che non si voglia sostenere   mio  rapporto  di ieri  n.  57,  circa l'agitazione   In alto: manifesto pubblicitario
 :li           che il  calo  fosse  dovuto  a mortalità  o  a  turn-  degli  operai in  generale,  ed  in  particolare  di   della società di Navigazione
                                                                                                    Generale Italiana (Fiorio e
 .o            over bloccato,  dovrà  dedursi  che la  crisi  del   quelli dello Scalo d'Alaggio attualmente disoc-  Rubattino), da L'età dei Florio,
 :li           comparto portasse all'espulsione di manodopera   cupati erano esatte. Costoro infatti, avevano de-  Sellerio, Palermo 1985
 :li           e a mantenere un nwnero di operai sempre più   ciso di recarsi oggi alle falde del Monte Pelle-
               esiguo. n riassorbimento di parte degli espulsi   grino, raccogliere dell'erba e poscia facendone
 le            avveniva solo in caso di nuove commesse.   dei mazzi come emblema di miseria delle loro   7. Archivio di Stato di Palermo, Gabi-
                                                                                                    netto eli  Prefettura, busta 186,  lettera
 :o               A fine Ottocento la tensione in città per gli   famiglie, andare ad esporli sotto il Palazzo del   del  questore  al  prefetto, Palermo 24
                                                                                 7
 1e            scioperi e le pr~teste di operai e artigiani che   Comm. Florio,  all'Olivuzza». In  quegli  anni   febbraio 1899.

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