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palermitano Giovanni Marasà - amico di Vin- della mondanità o la promozione di eventi cit-
cenzo jr, fonte "autorevole" delle prodezze mon- tadini); occorre cogliere in profondità la corro-
dane del fratello - è ulteriormente indicativo sione delle strutture portanti del gruppo che si
del tempo profuso dal protagonista nella ge- andava manifestando senza che si intervenisse
stione della sua vita parallela e, conseguente- per fermarla. Si stava sgretolando il vecchio im-
mente, delle inevitabili ricadute sull'attività im- pianto del gruppo, caratterizzato dalla diversi-
prenditoriale. Va citato non per esercizio di ficazione delle attività e non si imboccava il per-
moralismo, ma perché il venir meno di quella corso obbligato della riorganizzazione e
tensione, cura e attenzione verso gli affari, indi- specializzazione industriale.
spensabili quando si è al vertice di un grande Dopo essere stato alla guida della Casa per
gruppo industriale-finanziario, lo induceva _itd ben 40 anni, Vincenzo Florio moriva sessanta-
affidare a procuratori e fiduciari la gestione'" or- novenne 1'11 settembre 1868. n figlio Ignazio,
dinaria delle attività. Tutto ciò ha rappresentato~ che gli subentrava nel ruolo, rimase al vertice
uno dei fattori di criticità - certamente non della stessa per 23 anni, fino al decesso (17 mag-
l'unico di cui tenere conto - che avrebbe con- gio 1891), a meno di 53 anni. Questo è il primo
tribuito alla dissoluzione dei Florio. vero disastro familiare e aziendale: il passaggio
Un tenore di vita - quello di Ignazio jr - del testimone, in quel1891, all'omonimo figlio
che, seppur non causa prima del fallimento, era Ignazio, nato il 3 settembre 1868, avveniva
alin1entato con il credito bancario. Nel 1909, troppo presto e in una fase molto delicata per
una relazione tecnico-finanziaria stimava intorno l'economia della città e per Casa Florio, all'in-
al14% l'incidenza dei debiti personali rispetto terno di un contesto economico nazionale non
al totale delle passività della Casa. Basti pensare, meno problematico.
ad esempio, che tra il1893 e il1897 acquistava Sarebbe un errore sottovalutare il peso dei
6 yacht (Sultana, Valkirie, Fieramosca, Franca, dati anagrafici perché Ignazio jr non ereditava
Aretusa, Aegusa), mentre già dal1895 era co- un'azienda, bensì un complesso di attività im-
stretto a ricorrere ad un'apertura di credito di prenditoriali, commerciali e finanziarie assai di-
due milioni di lire - prima volta nella storia verse tra loro, che avrebbero richiesto anni di
della famiglia- presso la neonata Banca Com- apprendistato al fianco del genitore per com-
merciale. n prin1o passo falso del giovane Igna- prenderne il funzionamento, le strategie perse-
zio, infatti, era stato commesso a gennaio del guite, i problemi interni e di mercato, prin1a
1893 - sostanzialmente agli inizi della sua ge- dell'assunzione diretta della responsabilità e
stione- con la decisione di sottoscrivere un'in- della titolarità.
tesa con la Società Generale di Credito Mobi- In verità, questo piccolo impero economico-
liare per l'apertura di una sede a Palermo nei industriale, realizzato durante le prime due ge-
locali del Banco Florio; una sorta di fusione nerazioni, cominciava a mostrare anche qualche
bancaria più o meno mascherata, nonostante i crepa, soprattutto per le incertezze sul futuro
rischi dell'operazione gli fossero stati rappre- delle sovvenzioni pubbliche destinate all'eser-
sentati. Peccato che il successivo mese di no- cizio di alcune linee di navigazione (8 milioni
vembre il grande istituto nazionale veniva posto di lire l'anno). n valore del portafoglio azionario
in liquidazione, trascinando Casa Florio nella della N.G.I., tre mesi dopo la morte del geni-
tempesta finanziaria, con conseguenti gravi per- tore, si sarebbe quasi dimezzato. E lo stesso se-
dite e, di fatto, con l'inizio dell'indebitamento. natore aveva dovuto fare i conti con un cocente
Secondo una tesi non dimostrata, Palermo insuccesso industriale: la chiusura della sua fab-
e i fratelli Florio avrebbero vissuto una stagione brica di tessuti -la "Tessoria del Pegno", in via
quasi magica durante la quale arte, cultura e Carlo d'Angiò - avviata a Palermo a metà degli
sviluppo industriale si sarebbero intrecciati in anni settanta dell'Ottocento e costretta a cessare
modo sincronico e simbiotico. Questa lettura l'attività dopo pochi anni, per gli alti costi di
dei fatti è inverosimile; mentre nell'Isola arte e produzione e perché osteggiata nel suo stesso
cultura - umanistica e scientifica - attraversa- territorio dove ancora il lavoro a domicilio di
vano una fase positiva e felice, la storia dei Florio centinaia di filatoi rappresentava una fonte di
tra i due secoli iniziava a declinare senza che né sussistenza.
i protagonisti né la città se ne rendessero piena- Ecco perché in quel passaggio generazionale
mente conto. Non ci si deve soffermare su ciò il compito gravoso di Ignazio jr avrebbe dovuto
che appare (il mecenatismo, l'intensificazione essere quello di assumere decisioni strategiche