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portati, che ha ricostruito alla perfezione la storia di Levanzo, proviene da un mondo quasi arcaico e si proietta verso il futu-
del suo faro, della villa Florio, della scoperta della grotta del ro di un mondo in veloce cambiamento ma, raccontando, vuoi
Genovese e persino della visita di Umberto di Savoia nell'iso- conquistare il suo pezzetto di immortalità. C'è tanto nei rac-
la? Per chiudere poi con quell'attenta ricostruzione storica che conti che leggerete: ricordi di scuola, di lavoro, di feste, di vita
è il racconto di Giuseppe Somma. familiare, di guerre, di servizio militare, di attività economi-
che, di aneddoti, di personaggi strani... e tutto ciò nel suo
Non posso nominare tutti gli anziani che ho incontrato e insieme costituisce una specie di archivio storico e culturale
quelli che ho citato mi son serviti a mo' di esempio, non è mia che può restituire alla comunità egadina importanti stralci del-
intenzione operare distinzioni e dare valore ad alcuni più che la sua vita passata. Non voglio creare una contrapposizione tra
ad altri: da tutti ho appreso qualcosa, grande o piccola che sia, generazioni, ma mi sembra opportuno ricordare che, per fortu-
ed a tutti loro va il mio ringraziamento commosso per l'aper- na, i giovani non hanno sperimentato ciò che gli anziani di
tura e la disponibilità che hanno dimostrato permettendomi di questo libro, e non solo loro, hanno dovuto affrontare durante
entrare dentro le loro vite. Il tema dell'anziano mi tocca pro- la guerra e dopo: non hanno mai dovuto ricorrere ad espedien-
fondamente, dato che anch'io mi avvio su tale strada e non mi ti per sopravvivere; non sanno cosa sia il lavoro minorile sen-
va l'idea di considerarli come "persone a perdere" per il sem- za feste e senza orari; il 1900 appare loro sempre più lontano
plice fatto che sono usciti dal mondo del lavoro e della produ- e vago mentre ancora ha tanto da raccontarci attraverso i ricor-
zione, preferisco che li si riconsideri alla luce di quello che di di coloro che, ancora fra noi, possono parlame: quel nove-
hanno dato e che possono ancora dare alle loro famiglie e alla cento che quasi tutti gli intervistati ricordano come l'età d'oro
società. della loro esistenza, malgrado le guerre, la povertà, la fame, i
dolori, ai quali facevano però da contrappeso la gioventù e
Scrivo dunque della loro vita e delle loro storie nella con- l'entusiasmo. Gli anziani delle mie interviste non hanno cono-
vinzione che la lettura possa risultare utile a chi ha voglia di sciuto la parola "tempo libero", né il termine "consumismo",
apprendere, riflettere, provare emozioni e partecipare a quel essi hanno vissuto e lavorato per soddisfare bisogni primari e
granellino di storia che è la vita di ognuno di noi, attraverso sono segnati da decenni di privazioni e fatiche ma ciò nono-
cui si forma la storia di tutti. stante sono pieni di voglia di vivere e di comunicare, non vo-
gliono essere ignorati e non intendono arrendersi alla solitudi-
Le storie degli anziani che ho incontrato narrano di situa- ne. Sono stati per lo più poveri, ma di una povertà dignitosa e
zioni e vicende che hanno quasi sempre a che fare con percor- condivisa che poggiava su di una grande solidarietà che la ren-
si di vita spesso difficili e complessi, ma ciò che le accomuna deva più sopportabile.
è il senso di grande dignità con cui le difficoltà sono state
affrontate. Diceva Terenzio Varrone: senectus ipsa morbus est (la stes-
sa vecchiaia è una malattia). Mi perdoni l'illustre scrittore lati-
Ogni storia è un affresco di straordinaria umanità che meri- no: un approccio al mondo degli anziani che parta da questo
ta di essere raccontata proprio per l'energia e la forza che rie- presupposto è profondamente sbagliato sia perché fa perdere
sce a trasmettere. Ogni racconto è la storia di un viaggio, il
viaggio di una vita unica ed irrepetibile di una persona che 9
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