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5 LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DI POLITICHE E STRUMENTI PER LA                                                                                                CAPITOLO 5
       REINTERPRETAZIONE DEI PAESAGGI ESTRATTIVI

5.1 Premessa

Le potenzialità legate alla valorizzazione delle aree di cava dismesse, sia storiche sia recenti,
spesso non risultano sfruttate a causa della impossibilità di attivare processi di recupero e di
riconversione delle aree; la realizzazione degli interventi si scontra principalmente con una
pianificazione frammentata e con la carenza di risorse finanziarie che ne garantiscano
l’attuazione. Lo studio ha evidenziato la presenza nello scenario analizzato sia di politiche sia di
strumenti indirizzati verso la reinterpretazione dei paesaggi estrattivi, tuttavia le occasioni
mancate risultano ancora numerose; per quanto concerne le cave storiche a fronte di un
patrimonio di una interessante consistenza le esperienze concrete risultano limitate.
La questione relativa all’attività estrattiva recente ha mostrato le difficoltà nel ricondurre
l’esercizio di tale attività secondo processi sostenibili sia durante le fasi di coltivazione sia a
coltivazione cessata, tali criticità si riscontrano nonostante gli sforzi compiuti in tale direzione sia
a livello legislativo sia a livello pianificatorio. La necessità di garantire obbligatoriamente il
recupero ambientale delle aree di cava è ormai un concetto consolidato e condiviso,
l’attenzione è rivolta nei confronti delle pregresse aree estrattive che in stato di abbandono
presentano criticità legate principalmente alla instabilità dei fronti di scavo, ai problemi di
carattere idrogeologico e paesaggistico.
Si registra un numero rilevante di mancati recuperi ambientali, tuttavia gli esempi positivi
maturati consentono di affermare che risulta possibile aspirare alla sistemazione ambientale e
contestualmente alla riconversione funzionale delle aree; tale ultima previsione si configura non
solo attuabile ma auspicabile in relazione alla possibilità di raggiungere obiettivi di elevato
rilievo in termini sociali, economici e paesaggistici.
Per quanto concerne la proprietà dei siti è utile osservare che la realizzazione degli interventi
sulle aree di proprietà privata è condizionata dall’attrattività dell’area e dalla capacità delle
previsioni urbanistiche di rendere appetibile l’operazione di riconversione, la disciplina
urbanistica è comunque chiamata a conciliare l’interesse privato con quello pubblico. Nelle
ipotesi di proprietà pubblica delle aree, le difficoltà legate alla limitata disponibilità di risorse
finanziarie rendono necessario sostenere il recupero tramite l’attivazione di meccanismi che
possano garantire un rientro economico e la partecipazione da parte degli operatori privati. Le
ipotesi di siti poco vocati alla riconversione funzionale rende necessario investire i capitali
pubblici per gli interventi prioritari dove non risulti possibile attivare i meccanismi di
compartecipazione finanziaria tra soggetti pubblici e soggetti privati.
I casi di studio analizzati hanno evidenziato la presenza di un numero significativo di siti
estrattivi dismessi dove l’attività è legata a processi produttivi di lunga durata, si alternano siti

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