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CONCLUSIONI                                                                                                                                                     CONCLUSIONI

Il tema della reinterpretazione delle aree interessate da pregresse attività di cava si presenta
sotto diversi aspetti che si traducono in approcci differenti condizionati dalla morfologia, dalla
dimensione, dalla localizzazione, dallo stato di degrado del sito ma anche dal valore che gli si
attribuisce in relazione al ruolo svolto nella storia produttiva e in particolare nella storia del
costruire.
I luoghi storici del prelievo di materiale diventano luoghi della cultura, testimonianza
dell’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie di estrazione, dell’uso del materiale, delle
relazioni tra territori e acquistano un valore storico, culturale e paesaggistico da tutelare; la
valorizzazione di tali testimonianze passa attraverso i parchi geominerari, i parchi archeologici, i
percorsi tematici, che esaltano il legame tra luogo e materia. In alcuni casi i paesaggi estrattivi
storici rappresentano paesaggi dimenticati, non riconosciuti o riconoscibili nel loro significato,
cancellati dal sapere locale, dalle azioni del tempo e dalle azioni dell’uomo.
Le cave inserite nel processo produttivo di tipo industriale hanno acquisto delle connotazioni
negative legate sia agli impatti derivanti dalla coltivazione durante il periodo di attività sia dalla
presenza di siti estrattivi che hanno concluso la fase attiva senza interventi di recupero
ambientale. La previsione obbligatoria del recupero a coltivazione cessata non è risultata
sufficiente a risolvere la contraddizione tra cave e territorio e a garantire interventi di
compensazione per le aree estrattive, permangono siti abbandonati senza adeguate garanzie
per il futuro recupero delle aree.
Le esperienze analizzate che interessano i siti estrattivi, sia storici sia recenti, mettono in campo
una visione dei siti dismessi come occasione per la costruzione di nuovi spazi e di nuovi
contesti con risultati di elevato valore progettuale e dalle ricadute tangibili in termini di interesse
collettivo. L’immagine legata al destino delle aree di cava una volta dismesse è notevolmente
mutata nel corso degli anni, al ripristino e al recupero ambientale finalizzati a nascondere e
mimetizzare i segni della passata attività di cava si sostituisce un concetto di paesaggio che
ispira la progettualità sia a trovare per tali aree nuove funzioni, anche in relazione alla necessità
di non compromettere ulteriore territorio, sia a creare nuovi scenari siano essi testimoni del
paesaggio estrattivo o nuovi paesaggi.
Il caso dei siti estrattivi in ambito costiero ha messo in evidenza la peculiarità di tali aree che si
trovano inserite in contesti paesaggistici e ambientali sensibili; si rileva inoltre la presenza di
casi di persistenza nel tempo del prelievo minerario, sono numerose le cave dove l’attività di
estrazione non è riconducibile ad un solo periodo storico ma è proseguita nel tempo. Si tratta di
siti meritevoli di essere tutelati e valorizzati; in alcuni casi sono ancora presenti gli antichi
impianti di lavorazione del materiale, importanti testimonianze di archeologia industriale, o
ancora edifici a servizio delle attività recuperabili per nuove funzioni. Le problematiche legate
alla determinazione della destinazione finale dei siti estrattivi dismessi non è di semplice

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