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CAPITOLO 1

taglio provenienti dal territorio locale è legato alla localizzazione dei giacimenti che insistono su
aree caratterizzate dalla presenza di vincoli ostativi rispetto all’esercizio dell’attività estrattiva. Lo
studio si pone l’obiettivo di incentivare l’estrazione e l’utilizzo del materiale locale con particolare
riferimento agli interventi sull’edificato storico.
La Regione Toscana allega al Piano Regionale delle Attività Estrattive17 (PRAER, 2007) i
risultati di una ricerca relativa ai materiali lapidei coltivati in passato nel territorio toscano per
uso prevalentemente ornamentale, definiti come materiali storici. Il lavoro di ricerca, non solo di
tipo bibliografico, è finalizzato alla costruzione di un quadro conoscitivo dei materiali toscani e
dei relativi siti di estrazione. Il lavoro ricognitivo è finalizzato ad individuare i siti estrattivi
suscettibili di essere riattivati per prelievi mirati di materiale necessario al restauro monumentale
o al recupero edilizio. Lo studio evidenzia l’importanza di estendere la ricerca anche ai materiali
minori d’impiego locale; la ricognizione svolta a livello regionale viene poi approfondita tramite i
piani delle attività estrattive di livello provinciale (PAERP), per trovare successivamente una
concreta attuazione a livello comunale tramite lo strumento urbanistico18 preposto ad
individuare le zone di reperimento dei materiali ornamentali storici.
La Legge regionale 13 dicembre 1985, n. 54 “Coltivazione di cave e torbiere” e ss.mm.ii. della
Regione Campania prevede esplicitamente che il Piano regionale delle attività estrattive tenga
conto nel dimensionamento di piano delle esigenze legate al recupero del patrimonio
architettonico e monumentale dei borghi e dei centri storici della Campania19. Il Piano Regionale
delle Attività Estrattive (PRAE, 2006) evidenzia l’importanza della salvaguardia e della tutela
delle cave storiche in relazione ai materiali e alle cave stesse. La tutela, la conservazione e la
valorizzazione vengono garantite tramite la previsione di uno specifico iter amministrativo volto
a favorire uno sfruttamento mirato delle cave storiche mediante precise prescrizioni atte a
garantirne una razionale e calibrata coltivazione. Il PRAE individua anche possibili destinazioni
finali per tali siti: centri di ricerca scientifica; centri di cultura estrattiva e mineraria; percorsi
etnologici e naturalistici; archivio storico delle attività estrattive; musei di cultura estrattiva e
mineraria; le cave ed i materiali storici sono ritenuti meritevoli di valorizzazione mediante il
recupero e la conservazione della memoria storica. Il PRAE prevede inoltre specifiche direttive
per il riconoscimento di cava storica, riconoscimento da effettuarsi d’intesa con gli enti locali
interessati, finalizzato all’individuazione e alla classificazione di tutte le pietre da salvaguardare,
oltre quelle già indicate nel Piano stesso.
La Regione Piemonte nel Documento di Programmazione delle Attività Estrattive (DPAE, 2000)
riconosce l’importanza delle cave storiche presenti nel territorio in relazione al valore culturale e

17 Piano Regionale delle Attività Estrattive, di Recupero delle Aree Escavate e di Riutilizzo dei Residui Recuperabili.
18 Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 23 febbraio 2007, n. 10 “Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione
degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dismesse o in abbandono e
di riutilizzo dei materiali assimilabili, in attuazione dell’articolo 6 della Legge regionale 3 novembre 1998, n. 78”.
19 “Articolo 2 Piano regionale delle attività estrattive
1. Il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta Regionale, previo parere della Commissione consultiva regionale di cui all' art. 3 della
presente legge sentiti i Comuni, le Comunità montane ed i comprensori interessati e le Province, approva il piano del settore estrattivo,
nel quadro delle esigenze generali di difesa dell'ambiente, del diritto alla salute dei cittadini, di recupero del patrimonio architettonico e
monumentale dei borghi e dei centri storici della Campania, di sviluppo economico regionale ed in linea con le politiche comunitarie in
materia, per attuare una politica organica di approvvigionamento e di razionale utilizzazione delle risorse delle materie di cava. (...)”.

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