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CARTA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI 1:250.000- GUIDA AL RILEVAMENTO 23

All'interno di questo possono talora essere parzialmente preservati depositi di piena fluviale
(fanghi omogenei ricchi in frustoli vegetali e materia organica) o di tempesta (lags più grossolani a
conchiglie). Analoghe facies fangose di piattaforma/scarpata possono depositarsi entro gli altri
systems tracts. A causa della generale sottoalimentazione che caratterizza i sistemi costieri
durante le fasi di risalita di livello del mare, tuttavia, queste facies sono meno sviluppate in
spessore all'interno del TST. Zone di piattaforma che non ricevono apporti durante fasi
particolari del ciclo tardo quaternario tendono a sviluppare depositi o concrezioni biogenici di
spessore ridottissimo (in genere inferiore al metro) assimilabili a superfici condensate o di
omissione stratigrafica. Esempi di questo tipo di depositi provengono da ampi settori di margine
continentale rimasti privi di apporti clastici durante fasi dell'ultima risalita del livello marino
(M argine Tirrenico Orientale, TAVIANI & TRINCARDI, 1987; M ARANI et alii, 1988; M ONGARDI,
1994; Bacino Adriatico: STEFANON, 1981; CORREGGIARI et alii, 1995; Canale di Sicilia:
COLANTONI et alii, 1985).

Dep ositi marini p rofondi
Zone di scarpata, bacino o rilievo sottomarino risentono in modo meno diretto delle fluttuazioni
di livello del mare durante il Quaternario. Sulla base dei dati di carotaggio acquisiti negli ultimi 30
anni in tutto il M editerraneo appare chiaro che in genere l'ultima risalita di livello del mare ed il
successivo periodo di stazionamento alto sono rappresentati da sedimenti argillosi in drappeggio.
Questi depositi sono spesso al limite o sotto il limite della risoluzione dei profili 3.5 kHz e
appaiono perciò difficili da mappare in assenza di carotaggi. Eccezioni a questa situazione si
osservano in aree di instabilità gravitativa (TRINCARDI & FIELD, 1992; M ONGARDI, 1994;
M ONGARDI et alii, 1995) o deposizione torbiditica (e.g.: Conoide del Crati, RICCI LUCCHI et alii,
1984). In aree dove i depositi trasgressivi e di stazionamento alto tardo quaternari sono ridotti ad
un sottile drappeggio di sedimenti pelitici (fino ad uno spessore massimo di 2 m), verranno
cartografati i diversi sistemi deposizionali formatisi durante il periodo immediatamente
precedente la risalita di livello del mare. Al di sotto dei depositi di drappeggio superficiali infatti
si possono distinguere, e rappresentare in carta, quattro tipi principali di depositi:

     1) depositi torbiditici di varia natura (riferibili a elementi deposizionali specifici come
         sistemi argine canale, lobi, o depositi non canalizzati distali)

     2) depositi da trasporto in massa (vedi paragrafo precedente)
     3) depositi originati da correnti di fondo e correlative superfici erosive o condensate
     4) depositi di drappeggio pelagico.

F orme di fondo a grande s cala in p iat t aforma, s carp at a e bacino
Forme di fondo a grande scala sono presenti in alcune aree di piattaforma e scarpata continentale e
bacino; queste sono costituite da sedimenti di granulometria varia: da accumuli fangosi in bacini di
scarpata influenzati dal passaggio di correnti di fondo (mud drifts, M ARANI et alii, 1992) ad
accumuli di sabbia rimaneggiati dopo il loro annegamento trasgressivo in zone di piattaforma
(CORREGGIARI et alii, 1995). La presenza di forme di fondo fornisce, qualunque siano la
collocazione fisiografica ed il contesto stratigrafico, informazioni circa importanti
variazioni del regime oceanografico su un dato margine. Per questa ragione è necessario,
nell'ambito della cartografia a scala 1:250.000, segnalarne la presenza e l'orientazione prevalente.
Dove consentito dal contesto geologico, è necessaria la campionatura diretta di tali depositi e la
caratterizzazione delle facies al loro interno, la descrizione delle geometrie interne in base a profili
sismici ad alta risoluzione e la definizione della batimetria qualora si tratti di depositi non coperti
da unità più recenti.
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