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SERVIZIO GEOLOGICO NAZIONALE - UFFICIO RILEVAMENTI E ANALISI DI LABORATORIO - SEZIONE DI GEOLOGIA MARINA  58

conto della direzione delle strutture e della presenza di pozzi per esplorazione. Nel caso una sola
sezione sia sufficiente questa deve essere perpendicolare alla direzione delle strutture (sezione
trasversale). Quando, invece, le strutture presentino marcate variazioni laterali il numero delle
sezioni trasversali va aumentato fino a un massimo di tre, riservandosi una quarta sezione
perpendicolare alle precedenti (sezione longitudinale) avente funzione di raccordo. Le sezioni
geologiche vanno costruite utilizzando i profili sismici a riflessione, possibilmente multicanale,
integrati con i dati stratigrafici derivanti dai pozzi per esplorazione. E' opportuno, per ragioni di
oggettività, che l'interpretazione dei profili sismici sia il più possibile conservativa. In
quest'ottica, si ritiene che la rappresentazione della sezione geologica con l'asse verticale in tempi
doppi, come desunti dal profilo, sia la scelta più conveniente. Qualora siano disponibili sezioni
sismiche migrate in profondità o numerosi pozzi con indicazioni dei valori di velocità relativi alle
unità incontrate, è possibile costruire la sezione in profondità, indicando comunque le velocità
utilizzate per la conversione. Nella sezione vanno rappresentati i principali elementi tettonici, le
unità riconosciute, i loro limiti e la geometria delle riflessioni all'interno delle unità stesse. Vanno
inoltre riportate le ubicazioni di eventuali pozzi posti nelle vicinanze della sezione. Qualora alle
unità sismiche riconosciute siano attribuibili età e litologie definite, queste vanno indicate con
apposita simbologia (vedi rapporti stratigrafici). Per quanto riguarda la rappresentazione grafica
delle sezioni è opportuno usare una scala orizzontale che sia conforme a quella della carta
principale. Per la dimensione verticale va scelta, a seconda dei casi, una scala che consenta una
buona resa grafica delle situazioni descritte.

4.4.4.- Schema dei rapporti stratigrafici

         I rapporti stratigrafici fra le unità identificate possono venire rappresentati con una
colonna, che può essere una reale stratigrafia di pozzo o una stratigrafia composita derivata da
più pozzi, oppure con uno schema stratigrafico che illustri i rapporti laterali, derivati dalla
stratigrafia dei pozzi e dalle geometrie osservate nei profili sismici. Vanno enfatizzate la presenza
di discontinuità principali, la litologia, gli ambienti deposizionali (se possibile) e l'eventuale nome
formazionale. La suddivisione cronostratigrafica deve seguire una scala di riferimento, che andrà
indicata (possibilmente scelta a cura del Servizio Geologico d’Italia), il più aggiornata possibile.
Vanno rappresentati gli intervalli cronostratigrafici, con le relative datazioni in milioni di anni,
fino alla suddivisione dell'Età, qualora tale dettaglio sia possibile o utile. Il dettaglio della
suddivisione cronostratigrafica è solitamente applicabile alle porzione superiori, più recenti, della
successione sedimentaria. La scelta dei colori relativi alle unità cronostratigrafiche seguirà il codice
definito nella carta cronostratigrafica di riferimento (VAN EYSING, 1978; HARLAND, 1979). Per
rappresentare le litologie viene utilizzata la simbologia apposita da sovrapporsi al colore come già
illustrato nel paragrafo 4.4.1..

5. - STRUTTURA GRAFICA DELLE DUE CARTE

         La carta principale alla scala 1:250.000 sarà posizionata al centro del foglio e la parte
iconografica accessoria e variabile sarà rappresentata a fianco e sotto la carta principale stessa. Gli
elementi rappresentati a fianco della carta principale configureranno due cartigli verticali.

         Un esempio grafico di tale rappresentazione è stato realizzato nel foglio Ravenna.
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