Page 679 - D-Girolamo_Matranga
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PAR TI E            TER ZA ?
                                                               463 :
        in operibusreniteretGratia. Poftoche egli a i Reali Atte-?
        nenticon l'amore pendeſse, nientemeno, Pietatem Iuftis
        tia temperabat . Vero è, che gareggiò, e contraſtò in lui
        con la Pietà, la Giuſtitia , ma oſseruò egli il documento
                                                                                   .
        di Claudiano:
  1                Pendat luftitia crimen , Pietate remittat.
        Il Detto nella Cartella era .         ig;
                        ÆQVIPONDIO STABILIS .                           Orus I...H.6.

  1     Formòl'Impreſalo Sprauiere, appo gli Egittiani Gero
        glifico de Re , e delle Reali altezze,familiare ,e cortege
        giano del Sole. Sempre egli perdiritto ſi muoue , non

        mai con iſtorti volatiraggira attorno. Col Motto:
                         NVNQVAM OBLIQVVS.



          LA MAGNANIMITA,



             Pecialiſſima Virtù dei Re, Madre della Magnificen
                                                                        Hom.in Hym.Apo.
         S za, e del gran coraggio. Chalceocardios,Ænei.-Cordis
        fu dettoda Homero il Magnanimo Apolline, Il Filoſo .
        fo del Liceo così ſcriſse . Virtus eft qua vtraque fortuna Arift.deVire.&
        toleratur, pulcre fere felicitatem ,honorém , igraminiam , ex Vit.
        infelicitatem :habet animi altitudinem, & magnitudinem.Al-1.5.Echic.
        troue l'intitulo Ornamentum omnium virtutum : Di çutte le
        Virtù ricamo, e fregio.
           Ella nelle calamità non s'incodardiſce, nelle Vittorie
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        non diuiene faſtofa non teme,non è temeraria, non s'in
        foſca ne'diſaſtri, nelle buone auuenture non tragioijſce.
        Si ſdegna, non ſi vendica;nelleingiurie ſcordeuole, for

        da negli applauſi . A ſomiglianza del Diamante, nel fuo
        co finícalda,non ſi ſcioglie;del Raggio, nel fango non
        s'imbratta; dell'incudine ,ne'colpideMartelli prende lux
        ftro , non sº ammolliſce; del Cipreſso , nelle dilicatezze
        non vermina ; dell'Aquila, ſprezza i Gracchianti,e dall'.
        alto le coſe menome diſcerne ; del Leone ,prouocato,ſu
        bito non s'auuenta , al ſuono della Lira non li effemina;
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        delle Stelle , nelle ombre no diſpare, nella maggior luce
                                                             ſi cela
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