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La diffusione di beni isolati e del nucleo insediativo di Visicari sono
importanti testimonianze di un paesaggio agro-pastorale. In questa parte di
territorio, in particolare, i beni isolati sono costituiti dal castello di Baida e
dai nuclei storici di Bruca e Balata di Baida che testimoniano tutt’oggi una
tradizionale attività agro-pastorale degli insediamenti nel corso del tempo, i
quali, sono inseriti in un contesto ambientale e paesaggistico di grande
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rilevanza .
Seguendo la linea costiera verso Ovest, il paesaggio è costituito da
ripidi versanti del rilievo calcareo di monte Inici, sovrastante l’insediamento
costiero di Castellammare del Golfo che si sviluppa su una stretta fascia
costiera con pendenza verso il mare e delimitata dalla foce del fiume S.
Bartolomeo il quale ha rappresentato in età antica e tardo-antica un
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importante collegamento con l’entroterra segestano .
La montagna di Inici presenta versanti fortemente acclivi, pareti e alte
falesie di rocce dolomitiche, veri e propri contrafforti naturali che hanno
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permesso di accogliere vari insediamenti umani nel corso del Medioevo .
Adiacenti a monte Inici si estendono numerosi pizzi naturali quali pizzo
della Sella, pizzo Stagnone, pizzo delle Niviere, pizzo Brando e Cozzo
Monaco in cui recenti ricognizioni archeologiche hanno individuato una
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serie di casali attribuibili al periodo arabo-normanno . Ad Est, si estende il
territorio della città di Alcamo, il quale presenta un paesaggio assai
variegato, con differenze sia geologiche che morfologiche. L’area costiera
del litorale alcamese e quella pericostiera della contrada Bosco di Alcamo,
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Sulle indagini archeologiche in questa parte di provincia si rimanda a D’ANGELO 1981, pp. 65-
70; D’ANGELO 1983, pp. 81-91; INTERNICOLA-CORSO 1993, pp.161-187.
5 Sui recenti ritrovamenti archeologici presso la foce del fiume S. Bartolomeo vd., DI MARTINO
2011 pp. 85-98; GIORGETTI et al. 2006; GONZÁLEZ MURO 2011a, pp. 117-120.
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La probabile presenza di un antico insediemento presso monte Inici fu ipotizzata già alla fine del
XIX secolo; vd., LONGO 1810, p. 187.
7 ROTOLO et al. 2012, pp. 62-64.
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