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Calataxibuni registrato nel diploma di Grazie e Privilegi municipali concessi

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                   nel 1393 dai Magnifici conti di Peralta alla città di Calatafimi .
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                          Segue parallelamente la catena formata da Monte Calemici , Monte
                   Fontanelle, Monte Barbaro e Monte Barbaro Piccolo.  Ancora più ad Ovest,

                   separate dalla precedente da piccole pendici vallive, si allineano sempre da

                   Sud-Ovest a Nord-Est le creste di Poggio Roccione, Monte Bernardo, Monte

                                                                               23
                   Pelato e Pispisa sede di un villaggio in età tardoantica .
                   Lo spazio territoriale visibile da Segesta aumenta considerando la porzione

                   di territorio compresa  nel campo visivo calcolato a partire dal punto più alto

                   di Monte Barbaro (quota 422 m s.l.m.). Da qui si controlla l’intero pianoro di

                   Entella,  in  particolare  Pizzo  della  Regina  e  Cozzo  Petraro.  L’occupazione

                   indigena  di  questi  plateau  sommitali,  tra  loro  intervisibili,  naturalmente

                   difesi e, in alcuni casi, dotati di un circuito murario, caratterizza il paesaggio

                   della Sicilia occidentale. L’analisi di visibilità cumulativa che coinvolge tutti

                   questi siti mostra chiaramente che essi controllano l’intero corso del Belice,

                   mentre  Montagna  Grande  e  Monte  Polizzo  sono  volti  soprattutto  verso  la

                   costa occidentale dell’isola compresa tra il promontorio di Erice  e l’antica

                   Selinunte.

                          A  Sud,  si  dilatano  i  territori  dei  Comuni  di  Vita  e  Salemi  (Fig.5)  i

                   quali  presentano  un  territorio  prevalentemente  collinare  con  altitudine

                   compresa tra 326 e 495 metri; sotto il profilo degli usi produttivi è destinato

                   in  buona  parte  alla  viticoltura,  introdotta  massicciamente  negli  anni  del


                   dopo-terremoto,  e  in  secondo  luogo  alla  coltivazione  estensiva  di  cereali,



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                            Il documento è stato edito in GUARNIERI 1889, pp.1-24; BONAIUTO 1961b, pp.7-24. Il sito è stato
                   identificato sul Poggio Fegotto, dove una prospezione ha verificato la presenza di un insediamento protetto
                   dalle caratteristiche naturali della collina.
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                            In età tardoantica alcune piccole case rioccuparono siti preesistenti intorno a Monte Calemici
                   (SG 86). Cfr. MOLINARI-NERI 2004, p. 115.
                          23  BERNARDINI et al. 2000, p.120.


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