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I.2. Storia degli studi e della ricerca archeologica




                      In  questo  paragrafo, si  tenterà  di  ripercorrere  le  linee  principali  che
               hanno  caratterizzato  le  ricerche  storiche  ed  archeologiche  della  Sicilia


               occidentale  per  il  periodo  preso  da  noi  in  considerazione,  al  fine  di
               migliorare la comprensione dello stato attuale degli studi e delle conoscenze.


                      La  prima  documentazione  storico-archeologica  inerente  il  territorio

               della  provincia  di  Trapani  risale  al  XVI  secolo  ed  è  rappresentata  dal  De

               Rebus Siculis decades duae, di Tommaso Fazello (1498-1570) domenicano,
                                        30
               originario  di  Sciacca .  Dotato  di  una  notevole  arte  oratoria,  il  Fazello

               insegnò  ai  giovani  confratelli  dello  Studio  palermitano  di  S.  Domenico  la

               teologia ufficiale dell'aristotelismo cristiano e visse per la maggior parte del

               tempo  quasi  sempre  in  Sicilia.  Legato  ad  alcune  importanti  figure  di

               umanisti, venne incitato dallo stesso Paolo Giovio a scrivere una storia della

               Sicilia.  Aldilà  di  alcuni  aspetti  metodologici  impiegati,  che  non  verranno

               trattati in questa sede, la ponderosa opera De rebus Siculis decades duae, ( la

               cui  prima  edizione,  risalente  al  1558  venne  ritoccata  ed  ampliata  nelle

               edizioni del 1560 e del 1568) rappresenta una rilevante fonte di informazioni

               sia  per  l’archeologo  che  per  lo  storico  moderno.  Il  Fazello,  infatti,

               influenzato dal nuovo interesse per l’archeologia,  riporta, a volte anche con

               accuratezza,  lo  stato  presente  delle  moltissime  località  (contrade,  città,

               piccoli  paesi,  castelli,  rovine)  che  visitò  a  scopo  di  indagine.  Seppur

               ovviamente interessato principalmente ai resti archeologici e monumentali di

               età  classica,  il  Fazello  si  curò  anche  di  descrivere  alcune  rovine  di  epoca

               medievale  (soprattutto  castelli)  fornendo  spesso  anche  la  relativa


               BALDASSARI  2009a,  pp.  91-106;  BALDASSARI  2009b,  pp.  107-120;  BALDASSARI  2009c,  pp.125-136;

               MAURICI 2005, pp.233-245; MASSA 2002, pp. 385-394; MONTI 2006; SAMI 2006, pp.491-499;  SANTORO
               BIANCHI 2003; SAMI 2005, pp. 401-408; SAMI 2002, pp. 395-412; TOSI-TUSA 2006, pp. 13-18.
                      30  CONTARINO 1999, pp. 493-497; ALLEGRO 2003; D’ALESSANDRO 2005, pp. 17-25.


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