Page 46 - LA PESCA NELLA PROVINCIA DI TRAPANI
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          tadlnl  ( «tamquam patres patriae et omnium  eorum  concivium  amatores
          pacis:.).
              n  contesto  e  la ricchezza di questo volume  di privilegi  dimostrano
          che la maestranza o  consolato  dei  pescatori godè  di  notevole  floridezza
          attraverso i  secoli; varrebbe la pena di studiarne la formazione e la vita
          attraverso una  documentazione  più  estesa,  che integrerebbe  con  buoni
          particolari la storia economica  della  città di  Trapani.  Occorrerebbe  an-
          che ricercare se  e  quando  un consolato analogo si  sia  costituito  almeno
          negli  altri due maggiori porti  della provincia,  Marsala e  Mazara.
              L'esenzione concessa nel  1315  ai pescatori ed abitanti di Trapani va-
          leva per la gabella dei pesci pescati e  venduti in città,  eccettuati i  ton-
          ni  e  gli  altri pesci  pescati nelle  tonnare  della  curia  («curie  nostre:.)  si-
          te nel  territorio  della  città.  Dal  privilegio  apprendiamo  quindi  che  nel
          1315  non solo  esistevano  già  più  tonnare,  nel  territorio  trapanese,  ma
          anche che queste appartenevano al demanio dello  stato.
              Sarebbe  giustificata  la  curiosità  di  chi  domandasse  qual!  pesci,  in
          questi tempi, venissero portati sui mercati cittadini. La risposta non è fa-
          elle,  perchè i  documenti,  diciamo  cosi,  annonari  dell'epoca  riguardano
          quasi esclusivamente 11  frumento, che era la base dell'allmentazione. Per
          Trapani, poi, nulla abbiamo del genere:  possiamo tuttavia riferire anche
          a  Trapani, per analogia,  alcune notizie relative  al  mercato  di Palermo:
          lvi  nel  1345  si  vendevano  ang~ille, come  risulta  da  un  capitolo  di  una
          gabella;  e  nel 1380  vi  si vendevano, oltre  alla tonnina in vari tagli, pesci
          ancor oggi ben noti:  asinelli, sarde, vope, più certi  pesci non identificati
           chiamati allora  dsmirldb e  vari pesci riuniti  generalmente  sotto la vo-
           ce  «pesci di  sciabica~. Siccome l'elenco è  tratto da un calmiere, si  tratta
          di  pesci  di  consumo  popolare  e  vi  manca  il  ricordo  di  pesci  di  qualità
           più  pregiate:  non  è,  tuttavia,  supponibile  che  pesci  comuni  e  ben  noti
           fin  dall'antichità,  come  per  esempio  le  triglle,  non  venissero  pescati  e
           venduti. Quanto agli  lsmirldl, possiamo avanzare l'ipotesi che si  tratti dl
           smerigli, ossia di  piccoli squali  (palombi o simili), di picare  o  di altri pe-
           sci  non  pregiatl ma  ben  noti  per  l'uso  che si  può  fare  della loro  pelle.
           Come «pesci di sciablca~ intendo quel pesciolini che oggi vengono offer-
           ti a  basso prezzo come «frittura mista:..
              Intanto,  i  pescatori  trapanesi  davano  un  altro  segno  di  ricchezza  e
           dl devozione  rellglosa.  Sl  andava costruendo o  ingrandendo nel XIV  se-
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