Page 48 - LA PESCA NELLA PROVINCIA DI TRAPANI
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piangere la mancanza di  appositi studi attraverso la superstite documen-
            tazione dei secoli XIV  e XV.
               Ma, per tornare  alla nostra esposizione storica, nel XIV  e nel XV  se-
            colo  è  comprovato  un  enorme  sviluppo  delle  tonnare  del  Trapanese  e
            ciò, nonostante cht: i corsari barbareschi insidiassero le  navicelle e i ma-
            rinai dediti  alla pesca,  come  risulta  da lettere dell'Università di Trapa-
            ni e  di  Re Martino del 1402.
               Il XIV  ed li XV sono i secoli  del rinnovamento di vita in Sicilia. Do-
            po la Guerra  del Vespro  e  nonostante  le  guerre  civili che si  assopiran-
            no solo  durante  li regno  di  Martino,  nasce  una  buona spiritualità sici-
            liana, che  vedo manifestarsi nella poesia, nella letteratura, nella pittura,
            nell'urbanistica,  nelle  manifestazioni  di  pensiero  politico,  nell'atteggia-
            mento delle singole città  e  dell'Isola tutta nei  confronti dei Sovrani e de-
            gli Stranieri; oserei  parlare di un patriottismo siciliano, e  per ciò di una
            nazione siciliana che  si  è  formata fra i travagli del Vespro, che si è  ma-
            turata durante le  guerre  civili  e  che nel XIX  secolo  confluirà nella Na-
            zione  Italiana;  ma  intanto a  Palermo  scoppia un secondo Vespro,  anti-
            catalano questa volta;  a Trapani, alla fine del secolo XIV,  è  ricordata la
            secolare inimicizia contro  i  Francesi;  tutta la Sicilia attende che un Vi-
            cere  fratello  del  R.e  sia  nominato  Re  indipendente  dell'Isola,  come  ap-
            punto, era avvenuto  per Federico  III  dopo  il Vespro;  e  le  città inviano
            lettere gioiose  quando  un Siciliano  è  nominato  Vicere,  e  resistono  alla
            politica  accentratrice di  Alfonso  e  l'Isola osa opporsi nientemeno  che  al
            Torquemada.
               Lingua  ufficiale  del  Governo  è,  dalla fine  del  '300  in poi,  la Sicilia-
            na:  il latino è  già morto, lo spagnuolo non ha  ancora alcuna preminen-
            za,  ma nemmeno il toscano  è  ancora di moda  (il  Siciliano  è  allora  lin-
            gua, come  il Veneziano).
               Non  è  questo  il luogo  più  acconcio  per studiare la formazione  della
            Nazione  Siciliana,  che  del  resto  si  manifesta,  senza possibilità di  dubbi,
            nel Patto di Salerni  (1411).  Ho  dovuto  accennarvi,  tuttavia,  per  porre
            implicitamente una domanda e  dare  la conseguente risposta.
             ·- Se  una Nazione  Siciliana,  fatto spirituale  imponente, nasce,  vive,  si
            consolida,  tanto da sopravvivere  pel  futuro,  la  Sicilia  è  certo  un  paese
            non misero:  anzi talune manifestazioni  (rinnovamento urbanistico,scul-
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