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            La guerra (senza confini) per il controllo del Tonno, un business da 65 miliardi

            25 Agosto 2020  Redazione Economia, Mondo 0

                   Lo chiamano l’oro rosso del Mediterraneo, il suo costo al  chilo può arrivare a non
            avere  prezzo e ha scatenato una guerra per controllarne il mercato. Una guerra senza
            esclusione di colpi tra i Signori delle Reti e quelli delle  Gabbie,  tra  l’Italia,  la  Spagna  e
            Malta, tra i canali legali e quelli illegali, con un  unico obiettivo: conquistare il Giappone,
            primo acquirente al mondo di tonno rosso.
















































            Un affare da 65 miliardi l’anno

                   Dopo  anni  di  pesca  selvaggia  che  ne avevano messo a repentaglio la specie, il
            tonno rosso è tornato  nel  Mediterraneo. In quantità. Grazie al sistema delle quote
            introdotto a metà degli anni Novanta, e alla nascita  delI’Iccat, l’organismo che vigila sul
            rispetto della pesca del tonno tra Atlantico e Mediterraneo, la specie è tornata ad avere
            numeri importanti. Ma a poterlo pescare  sono  solo  poche flotte di pescherecci,
            sopravvissute  agli  anni  di magra e sufficientemente lungimiranti da acquistare in quel
            periodo  quote  di  pescato  quando  tutti scommettevano sulla fine del tonno rosso, né
            immaginavano l’esplosione di una  cultura  dell’alimentazione, anche domestica, basata sul
            consumo di pesce crudo, né, tantomeno, una ulteriore crescita del mercato di elezione:
            quello giapponese.
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