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di Sicilia proveniente da due grotte del Palermitano e facente capo a quel gruppo di
Trichoniscidae caratterizzato dalla presenza di organi glandulo-piliferi presenti sul capo e
sul primo tergite del pereion; Nesiotoniscus helenae, interessante endemismo siculo, rinvenuto
in una grotta del siracusano ed in un’altra ricadente nel comune di Campofranco (CL); data
la distribuzione geografica del genere, la sua origine si può considerare paleotirrenica
(Brisolese & Caruso 1974); Beroniscus marcelli, specie endemica di Sicilia, che allo stato attuale
delle conoscenze si può supporre abbia un’origine balcanica molto antica; i rappresentanti
del genere possono essere passati in Sicilia durante uno dei due periodi glaciali, nel
momento in cui, a causa del disseccamento dell’Adriatico, le comunicazioni tra l’Italia e le
regioni balcaniche erano numerose (Vandel 1969); Haplophthalmus sp. nov., endemica di
Sicilia, mostra scarse affinità con le altre specie del genere; Spelaeoniscus ragonesei, proviene da
una grotta dell’Ibleo e fa capo ad un genere a distribuzione mediterraneo-occidentale;
numerose specie sono presenti in Nord Africa in Sicilia ed isole circumsiciliane; Trichorhina
paolae, la seconda specie siciliana di questo genere, è stata rinvenuta in una grotta del
siracusano ed anche in due grotte dell’Arcipelago maltese; Armadillidium lagrecai, specie
descritta da Vandel (1969) è stata rinvenuta soltanto all’interno della Grotta Monello (SR) e
sembra avere qualche affinità morfologica con Armadillidium ghardalamensis di Malta;
Armadillidium virgo, specie endemica di Sicilia, è stata raccolta in due grotte ricadenti nel
comune di Priolo Gargallo (SR); potrebbe trattarsi di specie partenogenetica dal momento
che fino ad oggi non sono noti i maschi (Caruso & Bouchon 2011). Tra le specie di
Oniscidei troglofili meritano particolare attenzione: Bathytropa sp. nov., endemica di Sicilia e
Bathytropa granulata, che ha una distribuzione di tipo paleo-mediterraneo; Haplophthalmus
abbreviatus, forse troglobio, è una specie nuova per la fauna siciliana ed è nota anche per
l’Italia centrale, la Slovenia e la Croazia occidentale; il suo rinvenimento è di notevole
importanza in quanto la specie è inserita nella IUCN red list.
L’analisi delle specie cavernicole siciliane consente di formulare soltanto alcune ipotesi
biogeografiche; l’origine del popolamento animale delle grotte di quest’isola può essere
fatto risalire al massimo al Miocene e i pochi generi ritenuti endemici confermano tale
ipotesi. L’origine del popolamento di N. helenae può essere fatto risalire al Miocene; S.
ragonesei sembrerebbe essersi differenziato non prima del Pliocene mentre l’origine di B.
granulata può essere fatta risalire al Pontico dopo di che la specie sembrerebbe non aver
subito ulteriore differenziamento.
E’ da sottolineare quanto ben più significativo, dal punto di vista qualitativo, sia il
popolamento delle grotte carsiche rispetto a quelle vulcaniche. il mancato rinvenimento di
specie troglobie è da ricercarsi nella più recente origine delle grotte vulcaniche; improbabile
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