Page 22 - Quaderno_nat_bio05_2013
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L’intimo legame tra la storia delle isole e la frutticoltura è testimoniato dalla presenza
ancora oggi diffusa dei melograni, specie che si pensa importata dai Fenici, tant’è che
viene definito da Plinio Malum punicum, come scrive Griffo Alabiso (2012). La stessa
studiosa spiega “naturalmente la frutta faceva parte delle offerte votive di cibo che si
deponevano nelle sepolture: lo scopritore di Mozia, l’imprenditore appassionato di
archeologia Giuseppe Whitaker racconta di avere trovato in una tomba lilibetana dei
frutti votivi in forma di fichi, uva e melagrane insieme a gusci di noci, nocciole e
mandorle bruciati”. Sebbene non citati come è possibile aggirarsi per i monumentali
ulivi di Mozia senza pensare che forse i Fenici li accudivano?
Edicola funeraria di Lilibeo che riproduce un frutto di melograno, a destra il particolare (dalla Collezio-
ne “A. Salinas” custodita presso il Museo Archeologico “Baglio Anselmi” di Marsala)
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