Page 18 - Quaderno_nat_bio05_2013
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L’isola di Vulcano (S. Guidi)
L’inserimento, avvenuto nel 2000, delle Eolie nella World Heritage List dell’UNESCO
testimonia da sola l’importanza di queste isole. Alcune di esse, in particolare, hanno
un sistema di terrazzamenti che non è esagerato definire ciclopici. La presenza
umana nell’arcipelago è antica, legata alla preziosa ossidiana, ed è stata costante per
almeno 3000 anni nonostante il fatto che anche queste isole abbiano subìto spopola-
menti, tra cui quello del 1544 quando la Spagna in guerra con la Francia si servì del
corsaro Ariadeno Barbarossa che depredò e deportò gli abitanti delle Eolie; nei secoli
successivi l'arcipelago venne ripopolato nuovamente e, anzi, gli Eoliani si spostarono
anche a Ustica e Pantelleria e nelle altre isole del Canale. Lojacono-Pojero (1878)
definì l’aspetto delle campagne delle Eolie “sublime per la sua semplicità” e se mi si
permette tale espressione di paesaggio pietrificato”. Ogni isola ha una sua peculiarità
cancellata in parte dai processi di abbandono dell’agricoltura (Cusimano, 1995), già
sottolineata nel famoso volume del Touring sul paesaggio (Sestini, 1963): “si scorgo-
no un po’ dovunque, sui pendii più alti o più acclivi o più appartati, i segni di un recente
abbandono”. A evidenziare la preminenza delle Eolie o Lipari nell’ “Umanesimo della
pietra” (Barbera et al., 2009), nel suddetto volume di Sestini, alla voce “Le isole
vulcaniche siciliane”, di fatto si parla solamente delle Eolie.
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