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L’isola di Vulcano (S. Guidi)

                L’inserimento, avvenuto nel 2000, delle Eolie nella World Heritage List dell’UNESCO
                testimonia da sola l’importanza di queste isole. Alcune di esse, in particolare, hanno
                un sistema di terrazzamenti che non è esagerato definire ciclopici. La presenza
                umana nell’arcipelago è antica, legata alla preziosa ossidiana, ed è stata costante per
                almeno 3000 anni nonostante il fatto che anche queste isole abbiano subìto spopola-
                menti, tra cui quello del 1544 quando la Spagna in guerra con la Francia si servì del
                corsaro Ariadeno Barbarossa che depredò e deportò gli abitanti delle Eolie; nei secoli
                successivi l'arcipelago venne ripopolato nuovamente e, anzi, gli Eoliani si spostarono
                anche a Ustica e Pantelleria e nelle altre isole del Canale. Lojacono-Pojero (1878)
                definì l’aspetto delle campagne delle Eolie “sublime per la sua semplicità” e se mi si
                permette tale espressione di paesaggio pietrificato”. Ogni isola ha una sua peculiarità
                cancellata in parte dai processi di abbandono dell’agricoltura (Cusimano, 1995), già
                sottolineata nel famoso volume del Touring sul paesaggio (Sestini, 1963): “si scorgo-
                no un po’ dovunque, sui pendii più alti o più acclivi o più appartati, i segni di un recente
                abbandono”. A evidenziare la preminenza delle Eolie o Lipari nell’ “Umanesimo della
                pietra” (Barbera et al., 2009), nel suddetto volume di Sestini, alla voce “Le isole
                vulcaniche siciliane”, di fatto si parla solamente delle Eolie.















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