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i più bravi del Mediterraneo. Pur vicinissime – fanno parte assieme a Lampione e
Lampedusa dello stesso arcipelago le Pelagie – appare immediatamente diversa la
condizione di Linosa, innanzitutto perché vulcanica, e per la sua forma, quasi sferica,
con la presenza di numerose colline che sono le vestigia di antichi coni vulcanici, e per
dimensioni inferiori di circa 5,4 km². Anche a Linosa il vento è un fattore che ha contri-
buito a determinare il paesaggio come testimonia il nome greco Anemoúsa (= sferza-
ta dal vento), sebbene altri studiosi abbiano accostato il nome dell’isola ad un altro
termine Nemoúsa (= ricoperta da selve, pascoli); pure a Linosa lo sfruttamento del
bosco e della macchia cambia il volto dell’isola, sebbene ciò avvenga più lentamente
che a Lampedusa. O forse sono le capacità di recupero della vegetazione nonché la
più favorevole condizione – la presenza di valli – a facilitarne la conservazione (Pasta
& La Mantia, 2002, 2003). Rispetto quindi alla vicina Lampedusa (formano un unico
comune), Linosa appare meglio conservata; l’agricoltura, seppur interessata a forti
fenomeni di abbandono, continua a svolgervi un ruolo importante (La Mantia et al.,
2009b). Ma oltre ai muretti a secco un elemento caratterizza e ha caratterizzato
ancor di più in passato il paesaggio di Linosa: il ficodindia. Questa specie, che la
scienza agronomica moderna considera multipurpose (multifunzionale), veniva coltiva-
ta a ridosso dei muretti – a rafforzare il ruolo difensivo e frangivento – ma anche tra
le piccole porzioni di terra sottese tra di essi. Le ragioni di questa ampia diffusione
sono legate all’utilizzo dei cladodi per l’alimentazione del bestiame che, con un ciclo
chiuso, attraverso le deiezioni garantivano la fertilità dei campi. Ma la pianta
assicurava altresì frutti per l’alimentazione umana. Tra i filari di ficodindia, la coltivazio-
ne durante l’inverno, periodo di relativa disponibilità idrica, di orzo e altri ortaggi
riduceva la concorrenza per l’acqua. I processi di abbandono dell’agricoltura, una
fitopatia che ha colpito il ficodindia, la chiusura del macello sull’isola e quindi il ridotto
interesse per questa specie hanno portato ad una riduzione della sua presenza ma,
al contempo, l’assenza di speculazione edilizia ha consentito di conservare il
paesaggio agrario dell’isola, appena modificato dai rimboschimenti della fine del
secolo su Monte Nero e dai processi di abbandono dell’agricoltura.
Ficodindia a Linosa (T.La Mantia)
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