Page 17 - Quaderno_nat_bio05_2013
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Favignana, la frutticoltura all’interno delle ex cave di tufo (T. La Mantia)
Ustica, 8,65 km , ha dei caratteri comuni alle altre isole vulcaniche (Linosa e Pantelle-
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ria), tra cui l’utilizzo delle pietre. La particolarità si coglie dalla collina che attraversa
l’isola da Guardia Grande a Guardia del Turco, da cui si vedono i muretti che dalla co-
sta attraversano la pianura che circonda l’isola sino alla collina stessa. Sono frutto
delle assegnazioni e delle attività di spietramento iniziate al momento della definitiva
colonizzazione dell’isola avvenuta nella seconda metà del Settecento. Una magistrale
trattazione della storia e dell’evoluzione del paesaggio di Ustica si ritrova nello Studio
Agricolo Forestale (Cantoni, 1996) nel quale si leggono i passaggi che hanno portato
alla situazione odierna che, nonostante i guasti, fa affermare ancora oggi come a
Ustica, più che nelle altre isole, ci sia “l’assoluta prevalenza dell’insediamento rura-
le” (Costantino, 1994). E questo è ancor più vero oggi in cui c’è un ritorno all’attività
agricola e si ricominciano a coltivare campi lasciati in abbandono, numerosi anche a
Ustica, dove si stanno valorizzando alcuni prodotti come la lenticchia e avviando inter-
venti per la rinaturalizzazione dei rimboschimenti grazie all’attività delle personale del
Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali.
Più complesso ancora è delineare il paesaggio delle Eolie, come risulta evidente dalle
foto allegate; è infatti un arcipelago costituito da sette ‘grandi’ isole vere oltre a diversi
isolotti di dimensione molto ridotta. Si tratta di Lipari (37 km²), Salina (26,4 km²),
Vulcano (20,9 km²), Stromboli (12,2 km²), Filicudi (9,5 km²), Alicudi (5,2 km²),
Panarea (3,3 km²) e degli isolotti di Basiluzzo, Dattilo, Lisca Bianca, Strombolicchio,
etc. (Lo Cascio e Navarra, 2003). Li accomuna l’origine vulcanica e, come per tutte le
altre isole minori, il vento. Secondo alcuni autori, infatti, l’arcipelago prende il nome dal
dio Eolo (Αἴολος in greco), re dei venti che secondo la mitologia risiedeva a Lipari da
dove riusciva a prevedere le caratteristiche del vento attraverso l’osservazione del
fumo emesso dai vulcani (sono attivi lo Stromboli e in misura minore Vulcano).
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