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Favignana, la frutticoltura all’interno delle ex cave di tufo (T. La Mantia)

             Ustica, 8,65 km , ha dei caratteri comuni alle altre isole vulcaniche (Linosa e Pantelle-
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             ria), tra cui l’utilizzo delle pietre. La particolarità si coglie dalla collina che attraversa
             l’isola da Guardia Grande a Guardia del Turco, da cui si vedono i muretti che dalla co-
             sta attraversano la pianura che circonda l’isola sino alla collina stessa. Sono frutto
             delle assegnazioni e delle attività di spietramento iniziate al momento della definitiva
             colonizzazione dell’isola avvenuta nella seconda metà del Settecento. Una magistrale
             trattazione della storia e dell’evoluzione del paesaggio di Ustica si ritrova nello Studio
             Agricolo Forestale (Cantoni, 1996) nel quale si leggono i passaggi che hanno portato
             alla situazione odierna che, nonostante i guasti, fa affermare ancora oggi come a
             Ustica, più che nelle altre isole, ci sia “l’assoluta prevalenza dell’insediamento rura-
             le” (Costantino, 1994). E questo è ancor più vero oggi in cui c’è un ritorno all’attività
             agricola e si ricominciano a coltivare campi lasciati in abbandono, numerosi anche a
             Ustica, dove si stanno valorizzando alcuni prodotti come la lenticchia e avviando inter-
             venti per la rinaturalizzazione dei rimboschimenti grazie all’attività delle personale del
             Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali.
             Più complesso ancora è delineare il paesaggio delle Eolie, come risulta evidente dalle
             foto allegate; è infatti un arcipelago costituito da sette ‘grandi’ isole vere oltre a diversi
             isolotti di dimensione molto ridotta. Si tratta di Lipari (37 km²), Salina (26,4 km²),
             Vulcano (20,9 km²), Stromboli (12,2 km²), Filicudi (9,5 km²), Alicudi (5,2 km²),
             Panarea (3,3 km²) e degli isolotti di Basiluzzo, Dattilo, Lisca Bianca, Strombolicchio,
             etc.  (Lo Cascio e Navarra, 2003). Li accomuna l’origine vulcanica e, come per tutte le
             altre isole minori, il vento. Secondo alcuni autori, infatti, l’arcipelago prende il nome dal
             dio Eolo (Αἴολος in greco), re dei venti che secondo la mitologia risiedeva a  Lipari da
             dove riusciva a prevedere le caratteristiche del vento attraverso l’osservazione del
             fumo emesso dai vulcani (sono attivi lo Stromboli e in misura minore Vulcano).


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