Page 16 - Quaderno_nat_bio05_2013
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seppure eterogeneo in funzione dei caratteri ambientali, oggi rimane dappertutto
marginale. Le isole dello Stagnone, San Pantaleo o Mozia, Isola Grande, Schola e Santa
Maria, complessivamente circa 2,6 km di terre emerse, sono inserite all’interno della
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laguna più vasta della Sicilia in un contesto paesaggistico straordinario. Qui i lembi di
paesaggio agrario, sebbene importanti, sono ormai residui e certamente ‘sopraffatti’
paesaggisticamente dal ruolo svolto dalle saline. Tuttavia queste isole hanno avuto un
ruolo importante nella conservazione della biodiversità frutticola.
Melograno e rovine fenicie nell’isola di San Pantaleo (Mozia) (T. La Mantia)
Delle Egadi, limitandosi alle tre più grandi, Marettimo (12,3 km ) è la più lontana e
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‘selvaggia’ e, dal punto di vista orografico, rappresenta una montagna unica dove i pochi
lembi di agricoltura ancora evidenti sono legati alle “Case Romane” e ai dintorni
dell’abitato. Levanzo (5,2 km ) è invece un’isola dove ancora oggi è leggibile il paesaggio
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agrario con i campi della parte centrale dell’isola separati da muretti a secco. Levanzo è
legata storicamente all’agricoltura e alla introduzione del vigneto ad opera dei
Pallavicino nel Seicento, sebbene siano evidenti, e apparentemente irreversibili, i feno-
meni di abbandono anche delle strutture agrarie connesse alla coltivazione. Differente è
il caso di Favignana, la più grande delle Egadi, 19 km : essa presenta ancora lembi di
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agricoltura e, nonostante la diffusa antropizzazione, il paesaggio agrario la caratterizza
ancora. Ma Favignana presenta un’altra peculiarità la coltivazione dei frutteti all’interno
delle vecchie cave di tufo, simile per certi versi alla coltivazione degli agrumi all’interno
delle cave a Bagheria, meritevoli tutti di tutela e conservazione.
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