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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali ...18 - GIUGNO 1996 - La protezione dell'ambiente costiero Silvano Riggio *
porti, tonnare e stabilimenti per la produzione del garum e della porpora.
Un'analisi del tutto sommaria applicata alla penisola italiana mostra anche in questo
caso una concentrazione di attività marinare e della piccola pesca alle due estremità
nord-orientale e nord-occidentale bilanciata da una concentrazione simile nelle
estremità meridionali, anche se indirizzata soprattutto alla piccola pesca. Anche qui le
aree intemmedie adriatiche e tirreniche mostrano una rarefazione delle comunità
marinare storiche, apparentemente contraddetta (nel versante adriatico) dal fiorire di
grandi marinerie di pesca, che sono tuttavia di origine molto recente e nelle quali la
pesca è del tipo industriale (lo stesso può dirsi, ad esempio, per Mazara del Vallo, che
è un porto industriale sviluppato nel corso dell'ultimo secolo con l'adozione di
tecnologie oceaniche). Non è a mio avviso casuale che le aree di maggior interesse
biologico siano concentrate nelle zone tradizionalmente "talassofile", e queste ultime
siano, almeno a sud, colonizzate da estesi banchi di Posidonia oceanica.
La biogeografia
Un'adeguata suddivisione territoriale deve prendere in esame anche la divisione dei
nostri mari in aree biogeografiche. Sulla base di conoscenze biogeografiche e di
progetti parziali di parchi marini, integrate dai dati provenienti dai trawl surveys e dalle
barriere artificiali'3 si possono desumere le seguenti aree:
q 1 ) area ligure o del mar Ligure
q 2) area mediterranea occidentale, comprendente il versante occidentale della
Corsica e della Sardegna con incluse le Bocche di Bonifacio
q 3) area tirrenica suddivisa nelle seguenti zone:
r a) zona settentrionale, comprendente l'arcipelago Toscano, la Corsica
orientale e la costa maremmana;
r b) zona tirrenica centrale, comprendente la costa laziale fino al
litorale flegreo ed alla parte settentrionale del Golfo di Napoli (inclusa
l'isola di Ischia)
r c) zona tirrenica meridionale, compresa da Capri e dalla penisola
sorrentina fino alla Sicilia settentrionale'4
q 4) stretto di Messina e Sicilia orientale
q 5) area mediterranea meridionale, compresa fra il Golfo di Castellammare, il
versante africano della Sicilia e la sponda nordafricana.
q 6) area jonica, compresa fra la Calabria orientale e il Canale di Otranto, con
incluse le isole Tremiti.
q 7) area adriatica, suddivisa nelle zone:
r a) meridionale
r b) centrale
r c) settentrionale.
Quest'ultima zona comprende almeno tre distretti ben distinti: 1) il Delta del Po; 2) la
laguna veneta; 3) il Golfo di Trieste e la costa istriana.
In una razionale distribuzione delle aree di tutela biologica e dei parchi naturali marini,
dovrebbe almeno stabilirsi un criterio di rappresentatività delle aree individuate
rispetto alle zone biogeografiche, e si dovrebbe (in base ad una "par condicio"
protezionistica) istituire un parco (almeno) per ognuna delle aree suddette.
Metodologie per lo studio
di fattibilità di parchi e riserve marine
Ai fini della messa a punto di un piano parco, la conoscenza al dettaglio della flora e
fauna dei luoghi sono ancor più importanti, a mio avviso, delle conoscenze di ordine
oceanografico. L'applicazione delle metodologie in uso per la Via, opportunamente
modificata per gli scopi prefissi, dà risultati di buona leggibilità, anche se
necessariamente approssimati. Di maggior utilità si è rivelata l'applicazione dell'Hep
(Habitat Evaluation Procedure), realizzata nella formulazione di un piano per la
zonizzazione del parco delle Pelàgie.
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