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Le altre componenti del carbonio biopolimerico sedimentario sono tra loro
correlate significativamente e positivamente (Tab. 3.1.21) e ciò indicherebbe
che, anche in presenza di risospensione, viene favorito l’accumulo di
carboidrati strutturali e lipidi, permettendo una correlazione positiva con il C-
BPF. La presenza di carboidrati in prossimità delle formazioni a fanerogame
è garantita dal rilascio di frammenti di Posidonia e Cymodocea ricchi di
carboidrati strutturali (Mann, 1988). Come conseguenza, se la composizione
biochimica della Posidonia oceanica è altamente refrattaria (Lawrence et al.,
1989) ed un’ampia frazione di materia organica è accumulata nei sedimenti,
essa può non essere utilizzabile dai consumatori bentonici. Kenworthy e
Thayer (1984) hanno mostrato in situ che, una quota compresa tra il 50 e il
60% del carbonio organico delle foglie delle fanerogame si perdeva entro
170 giorni. Quindi benché il reef di Posidonia tende a rilasciare
continuamente detrito organico verso i sedimenti, soltanto una piccola
frazione (i.e. proteine, carboidrati solubili e aminoacidi liberi; Pirc &
Wollemweber, 1988) può essere potenzialmente utilizzabile dai consumatori
bentonici.
L’analisi della quantità e della qualità della materia organica particellata e
sedimentaria ha messo in evidenza che l’area di studio costituisce un
sistema non omogeneo. Nonostante la concentrazione della materia
organica primaria sia molto bassa, come l’oligotrofia dell’area suggerisce, la
composizione biochimica della POM rivela una grande dominanza della
componente labile (proteine). Sembra ragionevole proporre che la maggior
parte delle proteine particellate sia direttamente disponibile nella colonna
d’acqua, determinando l’efficiente catena alimentare da pascolo.
L’approccio basato sullo studio della composizione biochimica della
materia organica particellata e sedimentaria (in termini di variazioni delle
concentrazioni dei CPE - misura indiretta della biomassa fitoplanctonica - e
della quantità e composizione della frazione labile della materia organica
sedimentaria) ha permesso di evidenziare differenze spaziali significative
nell’area di studio. Le maggiori concentrazioni delle diverse componenti
biochimiche rinvenute, in particolare, nei sedimenti della Zona C di
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