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Nonostante l’essenziale aiuto di Giuseppe Brincat, si poneva un problema serio di
codice linguistico.
Una sorte benevola accompagnò il mio passo fino all’incontro con Nazarenu, un
pescatore maltese che parlava un misto di italiano-siciliano, il quale ha reso
l’inchiesta inaspettatamente felice e preziosa.
A tal proposito vorrei aggiungere una personale valutazione sui criteri di scelta del
campione.
La tradizione scientifica, in tal senso, consiglia di rivolgersi al testimone più
anziano come miglior fonte per ottenere informazioni su una varietà di dialetto non
interferita dall’italiano. In assoluto questa prassi ha una sua inoppugnabile logica
ma, come da paradigma, ogni regola ha le sue eccezioni. Nel corso della campagna
dei rilevamenti mi sono più volte confrontata anche con giovani informatori che, in
perfetta controtendenza, sono riusciti a riempire dei vuoti lessicali lasciati scoperti
dai più anziani. Esisteva una sorta di pregiudizio anagrafico che eliminava dal mio
orizzonte visivo la nuova generazione di pescatori. Se avessi ceduto alla tentazione
di coinvolgere soltanto i pescatori più vecchi, probabilmente alcune domande
sarebbero rimaste senza risposta. La chiave di tutto sta nella memoria che diventa
più fallace col trascorrere degli anni. A volte l’intervento dei giovani è stato
determinante perché termini utilizzati dagli anziani si erano ormai persi nel vortice
di ricordi lontani e confusi, ma nei giovani era ancora fresca l’eco della voce dei
nonni che raccontavano le antiche storie del mare.
2.5 Restituzione e organizzazione del materiale raccolto
La campagna di rilevamento delle inchieste del modulo marinaro ha coinvolto un
gruppo di ricerca che ha collaborato al fine di raccogliere materiale utile per la
creazione di un vocabolario-atlante della cultura marinara in Sicilia. Su 21 inchieste
previste ne sono state concluse 19. Risultano ancora da effettuare due inchieste nella
zona di Palermo: Terrasini e Porticello, dove sono state condotte ricerche parziali.
Per i dati relativi a Lampedusa e Ganzirri sono state anche utilizzate le tesi di laurea
magistrale di due competenti e preparate studentesse dell’Università degli Studi
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di Palermo. La dott.ssa Grazia Lisma, invece, ha curato le inchieste di Mazara del
29 T. Di Maggio Il lessico marinaro e peschereccio a Lampedusa, tesi di laurea inedita, Università di Palermo, 2014
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