Page 18 - I SEMPLICI di Umberto Rizza
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Foto d'epoca
Unico ricordo "du zu Nillu"
Come calmante della tosse si prepari una tisana con 15 grammi di fiori e 30 grammi di foglie in un litro
d'acqua bollente. Si lasci riposare, si filtri e si aggiunga miele a volontà. Si prendano più tazze di infuso caldo
nella giornata. Come disinfiammante di pelli arrossate e come collutorio si prepari un infuso con 3 pugni di
pianta intera, sminuzzata in un litro di acqua bollente. Si lasci riposare, si filtri e si facciano lavaggi della
parte.
Come risolvente di accessi si facciano cataplasmi di foglie fresche, pestate, 2 volte al dì. Altra pianta
anticamente coltivata, per scopi terapeutici che poi, sfuggita al controllo dell'uomo è diventata infestante è
la Camomilla bastarda.
Come la sua più famosa sorella appartiene alla famiglia delle Composite e contiene gli stessi principi attivi.
E' pianta però molto delicata che, quindi, si deve trattare con attenzione perché, se lasciata all'aria, dopo
raccolta, annerisce subito perdendo completamente le sue qualità medicinali. E' chiamata "Anthemis
Nobilis" forse proprio per questa sua fragilità. Come febbrifugo si prendano 10 capolini fioriti e si faccia
infusione con acqua calda. Si filtri e si prendano più tazzine al bisogno. Contro nevralgie e dolori articolari si
prepari l'olio di camomilla e si usi per frizioni. Si scaldino per questo, 40 capolini, a bagno maria, in 100
grammi di olio per qualche ora. Il prodotto ottenuto si usi per massaggi della parte dolente.
Nascosto e quasi invisibile, per le sue ridotte dimensioni, scorgiamo il Meliloto perché la presenza di api
attorno ad essa attira la nostra attenzione e suscita curiosità.
L'interesse per la pianta da parte delle api, specie organizzata ed industriosa di insetti, ci fa capire, senza
ombra di dubbio, che il nostro è esemplare botanico dal polline particolare. Lo sapeva bene un noto
apicoltore che nel 1805 scrisse... "nell'Isola di Favignana e nelle adiacenti, si produce del miele così squisito
che non cede nel paragone a qualunque altro dei più rinomati del Mondo, ed al quale potrebbero applicarsi
tutte quelle lodi che gli antichi poeti e scrittori rustici profondono al miele del monte Ometto nell'Attica...".
I Greci, notando la predilezione che le api hanno per questo minuscolo esemplare di flora, le attribuiscono il
nome: meli = miele ‐ lothos = fiore. Anche l'uomo ha sfruttato le particolari qualità organolettiche e
medicinali del meliloto. Un suo estratto, ad esempio, si usa per aromatizzare le miscele di tabacco da pipa,
mentre l'acqua distillata delle sue sommità fiorite costituisce un collirio così decongestionante da essersi
meritato il nome di "spezza occhiali".
Come antispastico e sedativo, si faccia infusione di un pizzico di sommità fiorite in una tazza di acqua
bollente. Si filtri e si prenda a tazzine, dopo i pasti, per dolori addominali, prima di coricarsi contro
l'insonnia.
Ormai non ci possono essere più dubbi: le nostre amiche erbe costituiscono un vero esercito di silenziosi
custodi della nostra salute e proprio per questo esse sono meritevoli di più attenzione e rispetto. Con
assoluto convincimento personale e nella speranza che il nostro itinerario botanico, oltre a fare conoscere e
riscoprire luoghi, sia servito a riaccendere la curiosità e l'amore per tutto ciò che è naturale, rientriamo in
Paese.
E' con un giro urbano, infatti che si concluderà, la prossima volta, la nostra passeggiata per Favignana alla
ricerca dei suoi "semplici".