Page 13 - I SEMPLICI di Umberto Rizza
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Il fico d'india non ha bisogno di essere presentato. Si deve sapere però che esso è stato introdotto in Sicilia
dai Turchi, i quali narra la leggenda, lo portarono come pianta velenosa che doveva sterminare gli infedeli.
Essa, invece, si innamorò a tal punto di questa terra da trasformare la sua natura, diventando così preziosa
fonte di sostentamento, di acqua e, all'occorrenza, si propose come pianta medicinale dai molteplici usi. Di
essa si utilizzano i fiori, i frutti e il succo dei cladodi (pale). Freschi questi ultimi, secchi e ben conservati i
primi.
Il fico d'india aiuta nelle malattie di fegato, si usa come diuretico e rinfrescante, contro la tosse, nelle
contusioni, nell'angina pectoris e per idratare pelli secche.
Il succo delle pale assunto in dose di 2‐3 cucchiaini al dì disintossica il fegato. Usato come cataplasma in
loco risolve i fastidi di slogature e contusioni. Applicato sul collo e di giovamento nell'angina pectoris,
mentre, messo su di un batuffolo di cotone ed applicato mattina e sera è una vera fonte di acqua per pelli
disidratate e secche. Se ci sono problemi alle vie urinarie e mancanza di diuresi, basta fare un'infusione di
30 gr. di fiori secchi in un litro di acqua calda e prendere 3‐4 cucchiaini al dì per rinfrescare l'organismo. Se
la tosse vi assilla ecco arrivare in vostro soccorso i succulenti frutti, infatti, oltre che buoni di gusto,
spremuti e miscelati con zucchero, essi diventano un ottimo sciroppo fluidificante.
Favignana: Cala Pirreca
L'ultimo incontro di questa passeggiata la facciamo con il Lino. "Linum usatissimum" è il nome scientifico e
questo ci fa capire delle molteplici applicazioni che i suoi semi ci consentono. Intanto le sue fibre sono
molto resistenti e ciò permette la realizzazione di tessuti di ottima qualità. I pittori del Rinascimento, poi,
forse non sarebbero stati quelli che furono se non avessero avuto le tele di fibre di lino, che trattengono in
maniera ottimale il colore e l'olio di lino che amalgama bene le polveri della pittura e rende brillanti le
tonalità.
Anche questa nostra amica fa parte delle leggende popolari ed il Pitrè, nei suoi scritti, ce ne parla come di
pianta che è presente in storie di infedeltà, tradimenti e riappacificazioni coniugali...
Nella medicina popolare il lino si usa contro gli ascessi a mo' di cataplasma dei suoi semi ridotti in poltiglia.
Contro la stitichezza ostinata si prepari un infuso con 10‐20 grammi di semi in un litro di acqua e si
prendano 2‐3 tazze al dì. Nella parassitosi da ossiuri ad essere usato invece è l'olio ottenuto per spremitura
dei semi, il quale si assume a cucchiai nella giornata. In ultimo, nelle ustioni, una miscela di olio di lino e di
acqua II di calce è il rimedio adatto a non fare formare le classiche bolle. Volete un bagno emolliente,
rinfrescante e lenitivo? Aggiungete all'acqua della vasca 2 litri di decotto preparato con 2‐3 manciate di
semi di lino per litro.
"U Furnu da Za' Marianna" è un ingrottamento di forma strana in cui una leggenda locale vuole che una
megera invitasse al ristoro i cacciatori stanchi, per poi ucciderli, gettandoli nel suo forno. Non lo
raggiungiamo, non perché sia difficile farlo, ma perché il nostro cammino è ancora lungo: c'e da visitare La
Piana. La sua natura e quella di quasi tutta questa parte dell'Isola, ha permesso all'uomo (con le sue cave di
tufo) ed agli agenti atmosferici (attraverso crolli ed erosioni) di disegnare sulla costa scenari di
incomparabile bellezza, che incontreremo pian piano nel nostro giro.
La strada che seguiremo è quella costiera che guarda esattamente a Sud. Lungo tutta questa grande arteria
che, partendo da Tramontana, praticamente taglia in due la Piana, rigogliosi, crescono grossi cespugli e