Page 12 - I SEMPLICI di Umberto Rizza
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L'ultima arrampicata sarà la più dura, non perché raggiungeremo la vetta di Santa Caterina che è sui 300 m.
ma perché la salita sarà fatta di terreno pietroso pieno di spine, di sole e di montagna che rifletterà una
calura bruciante.
In alto a Punta Campana scorgiamo molti esemplari di Cicoria. La "Cicurieddra" di montagna, che gli Egizi,
già 4000 anni fa, riportavano nelle immagini geroglifiche delle loro tombe, possiede la particolarità di fare
da orologio naturale. I suoi fiori si schiudono, infatti, alle 6 di mattina e si richiudono nel pomeriggio. Non si
possono non apprezzare le piante medicinali, perché esse fanno sentire la loro presenza anche quando non
è necessario ricorrere a loro come medicamenti. Provate, infatti, ad usare le radici della cicoria sminuzzate
e torrefatte al posto del caffè: assaggerete un delizioso infuso sostitutivo, senza subire i danni della
caffeina, ma, anzi usufruirete del grande contenuto dei sali minerali che questa nostra amica possiede.
Di essa si usano le foglie e le radici raccolte fra maggio e ottobre, ma prima della fioritura, perché, dopo, la
pianta non è più commestibile. Per ingorghi di fegato si prepari un decotto con una manciata di foglie in un
1 litro d'acqua per mezz'ora; si filtri e si prenda il liquido a cucchiai durante la giornata. In infusione, invece,
il preparato serve come digestivo, prendendo una tazza prima dei pasti per 3 giorni consecutivi e come
diuretico assumendone una tazza la mattina a digiuno.
"A Zabbara"
L'Agave americana, pianta importata moltissimo tempo fa, ormai fa parte integrante del nostro paesaggio,
tanto da potere essere annoverata fra le piante indigene di Favignana. La sua è una storia piuttosto triste.
Infatti l'agave produce un solo fiore nella vita e con esso muore anche se si riproduce poi facilmente grazie
alla persistenza di radici sotterranee dette "polloni".
Lo scapo floreale, costituito da una serie di ombrelle gialle di odore fetido, produce molto zucchero con cui
i Messicani preparano un liquore caratteristico: il pulque. Dell'agave si usano le foglie e la radice; le prime si
raccolgono in autunno e le seconde a maggio. Si essiccano al sole e si conservano in sacchetti a riparo
dell'umidità.
Stando attenti a non usare il lattice delle foglie, perché fortemente vescicatorio, l'agave ha proprietà
depurative, antivomito; è un epato‐protettore e decongestionante di occhi arrossati. Si prepari per questo
un decotto di una manciata di radici spezzettate in un litro di acqua. Si filtri e se ne prendano 3‐4 tazze al di
per rinfrescare l'organismo. Il fegato trarrà sicuro vantaggio da un preparato a base di un pugno di foglie
secche ridotte in polvere, che, dopo miscelate con una tazza colma d'acqua, vengano aggiunte di miele per
un'assunzione di 2 cucchiaini al dì.
Lo stesso liquido senza miele, filtrato, può essere usato come ottimo lavaggio oculare.
Continuando il nostro cammino, che ci porta ad attraversare, per la direttrice più lunga, la montagna e
passando sotto il Castello di Santa Caterina, vera fortezza, che, dal tempo dei Saraceni ai giorni nostri, è
stata sempre al centro di attenzioni di natura militare, raggiungiamo il "Boschitto".
Favignana: Isola di Levanzo ‐ Scoglio del Faraglione
E' un cocuzzolo basso, che guarda, ormai definitivamente il lato della Piana, ma che ripropone, nella sua
vegetazione e nel tipo di terreno, la natura del Bosco. In essa è presente una foltissima "macchia
mediterranea" con la rappresentanza di molti tipi di piante ed arbusti classici del nostra ambiente; così
troviamo euforbie, lentisco, lino, rosmarino, carrubo, fico d'india e tutta una tribù di ombrellifere.