Page 11 - Pirriaturi_FTorre
P. 11
done le ~tremità nella terra per )asciarvi dei chiari segni, guidati dai quali si ·.
poteva tracciaK l'intero perimetro della cava, usando u uAppuni (robusta zappa
con lama stretta e lunga). Sempre con lo stesso strumento, si dissodava la terra
da allontanare facendo uso di pala e carteddra (corbello fatto di strisce di legno).
Raggiunto u forti (strato ro<:cioso), si procedeva ad intacearlo eu picuni
(piccone retrilineo, fornito di una punta o bbrocco e dì un taglio, rinforzati con
acciaio, situati da bande opposte rispetto al manico). A quésto scopo si operavano
sulla scorcia (scorza o crosto), usando la bbrocca dello strumento, delle scanalature
sulle quali battere di traverso col taglio per farla staccare in pe22i (falla salari).
Quando però la scorda era spessa, la si quadrCj!giava con varie scanalature (si cci
fatlanu i stuccaturi) e lungo di esse si eseguivano delle fossette dette cugnui
per introdurvi dei grossi cunei (cugna) di ferro, corredati di due piastrine o
/anni, che ne aumentavano la pr~a. Su di essi si picchiava poi con la mav.a.
Una volta portato alla luce lo strato tufaceo, si procedeva a tagliarlo usando
a mannara (strumento anch'esso rettilineo, di spessore ridotto, fornito da bande
opposte di una punta o bbrocca leggermente concava e di una pinna tagliente,
ambedue auariati, cioè rinfortate con acciaio. Lo strumento è provvisto di un
manico largo e poco spesso, di lunghezza adatta alla statura dell'operatore).
La misura ei~~!"~oc:..e_er '!_Da_pirrera a culu apertl•._daUa._quale. ricavm
cantuni ri parmu, era di vinti fila a qquaranta, corris~ti ,..d-una super6cie
di m 10 X 10 circa. In esso, 20 fenditure longitudinali disunti tra loro cm 50,
venivano intersecate con 4() Tindirure distanti tra loro cm 25, ciascuna a 90•
rispetto aJJe 20 precedenti. I primi solchi, che staocano tra di loro i listati ri
caniuna (le due facce minorl di conci contigui ), prendono il nome di /onghi. Due
/onghi consecutive costituiscono u filu, cioè una lilo longitudinale di conci. Le
altre fenditure, dette lrinchi, staccano tra di loro due {oece laterali di conci con·
tigui. La faccia superiore di essi è sempre libera, quella inferiore resta tutt'uno
con la pietra sottostante 6no al momento in cui u cantuni viene ascippalu (scalzato).
Per primi andavano eseguiti i tagli longitudinali segnandooe le traoce con
la pinna della mannara e l'ausilio dd parpagnu (io questo caso a misur11 longa di
cm 50), per farle alla giusta distanza. J tagli si approfondivano poi usando la
bbrocca della mann~ra finch~ lo strumento affondava nella fessura creata sino alla
metA ri maschi (guance cave tra le quali è incastrato u marruggiu o manico).
La profonditi\ cosl data alle fenditure risultava di cm 25 e si misurava ogni tonto
eu parmu cioè col parpagnu di cm 25, usato anche nel segnare i !rinchi. Termi·
nate tutte i longhi, infatti, si stuccava u filu, si tracciavano cioè i !rinchi. Eseguite
due o tre di esse, si sospendeva momentaneamente il taglio per passare ad tUcip·
pari i cantuna. Si proseguiva in questa alternaru:a tra tagliare e scalzare, fino allo
euurimento di uno strato, dopo di che si ricominciava daccapo sulla pietra sotto-
stante, procedendo al massimo 6no al livello dd mare (all'acqua). Gener~re,
se l'operatore non eH mancino, i lavori andavano eseguiti da sinistra verso ·destra,
partendo da un angolo ed avendo tutta la pirrera alle spalle. In elletti, nel tagliare
' .3.37