Page 23 - Favignana_-_land_of_bikes
P. 23

spessore per i quali gli Autori consigliano una prudente valutazione. Si rilevano elementi di similarità
con l’Epigravettiano della fase 1 di Grotta delle Uccerie nell’alta incidenza dei grattatoi (15,4%), an-
che carenati; fanno eccezione i forti valori dei dorsi e dei geometrici. Affinità strette con Riparo Cafici
si colgono sia nella fisionomia degli strumenti a dorso piccoli e microlitici e a dorso poco convesso sia
in forme triangolari di geometrici e di dorsi troncati. Il forte spessore dello strato potrebbe indicare
una commistione di più livelli e quindi una inattendibilità della struttura complessiva.

   Alcuni insiemi potrebbero invece essere riferiti alla sottofase 2b e, più precisamente, in relazione di
similarità con le industrie dei due livelli dell’Acqua Fitusa:

   – Cistirnazza Questa stazione del Trapanese si trova nell’area del Basso Belice nel territorio di
Partanna (Trapani). Si tratta di un riparo sottoroccia indagato mediante un saggio stratigrafico
alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Da notizie preliminari (VENEZIA e LENTINI 1994) si
estrapolano i caratteri essenziali dell’industria litica proveniente dall’US 1 e l’istogramma edito re-
lativo alla struttura essenziale ed elementare dell’industria ci permette di fare alcune considerazioni:
l’assetto complessivo è determinato dal Substrato (valore di poco inferiore al 50%), caratterizzato
dall’alta incidenza dei denticolati (30% ca.), seguiti dai raschiatoi lunghi (10% ca.) e corti (6%
ca.). Gli Erti differenziati occupano il secondo rango (30% ca.), al loro interno si registra l’alta in-
cidenza dei dorsi (20% ca.) caratterizzati nettamente dalle punte a dorso (15% ca., tra le quali sono
numerose quelle a dorso ricurvo), seguite dalle lame a dorso (percentuali di poco inferiori al 5%)
e secondariamente dai dorsi troncati (1% ca.). Troncature, becchi e geometrici sono presenti con
valori modesti (3% ca.), i geometrici sono in prevalenza di forma triangolare. I grattatoi (15% ca.)
prevalgono sui bulini (5% ca.), tra i primi si osserva la prevalenza delle forme lunghe sulle corte,
in seno ai bulini prevalgono i tipi semplici e quelli su frattura. Riguardo ai caratteri tipometrici e
tecnologici i dati editi sono purtroppo generici. Le dimensioni degli strumenti si concentrano tra 25
e 50 mm, rari sono i manufatti di dimensioni maggiori e i microliti. Pochi sono i pezzi ipercarenati e
carenati mentre predominano i subcarenati e i piatti. La materia prima utilizzata è la selce di buona
qualità ricavata da noduli provenienti, secondo gli Autori, da affioramenti non distanti dal il sito,
mancano del tutto elementi che attestino lo sfruttamento di ciottoli. La tecnica del microbulino è
assente. Basandoci sui generici dati tipologici l’industria litica di Cistirnazza troverebbe stringenti
confronti con gli insiemi della sottofase 2b, l’assetto strutturale, infatti, presenta diverse analogie
soprattutto con l’Acqua Fitusa. Tuttavia, in attesa di una pubblicazione esaustiva, l’attribuzione
resta prudente.

   – Pizzo Don Pietro. All’industria di Cistirnazza Venezia e Lentini (1994) accostano un’altra industria
litica raccolta su un terrazzo antistante un riparo sottoroccia distante circa 4 km dal Riparo Cistirnazza.
I materiali raccolti (circa 1500 manufatti litici) erano in parte venuti alla luce a causa del dilavamento
delle acque meteoriche e in parte a causa di scavi clandestini. Secondo gli Autori il suddetto materiale
potrebbe essere riferibile ad una sola fase di occupazione del sito. Sia per quanto riguarda l’aspetto
strutturale e stilistico che tipometrico questa industria e quella di Cistirnazza hanno una forte affinità.
Elemento di novità rispetto all’insieme dell’US 1 di Cistirnazza è uno strumento denominato da Ve-
nezia e Lentini “doppia encoche ad S” (elemento segnalato dagli stessi Autori anche nel vicino sito di
Parche di Bilello, in territorio di Castelvetrano). Dall’iconografia edita uno di questi strumenti risul-
terebbe affine a quei grattatoi a muso con incavo adiacente attestati in alcuni insiemi siciliani, Grotta
dell’Uzzo-trincea A, I orizzonte (PIPERNO 1976-1977), Grotta Corruggi (BERNABÒ BREA 1949), Passo
Falcone (LO VETRO e MARTINI 1993; LO VETRO 2003; MARTINI e LO VETRO 2004). In virtù della loro
presenza, stando ai dati attuali, solo in contesti mesolitici (Uzzo) o genericamente tardopleistocenici
(si consideri tuttavia per le altre due industrie citate la riserva dovuta alle condizioni di giacitura o di
recupero delle industrie in questione) questi strumenti sono attualmente considerati come un elemen-
to con carattere di recenziorità. Oltre a ciò non si può escludere che nella raccolta di Pizzo Don Pietro
non sia ipotizzabile una commistione di elementi relativi a più orizzonti cronologici.

                                                              226
   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28