Page 25 - Favignana_-_land_of_bikes
P. 25

ricurvo, triangoli) che potrebbero giustificare l’inserimento di detto insieme nella facies mesolitica di
tradizione epigravettiana, recentemente proposta (MARTINI e LO VETRO cds) 14, nella quale rientre-
rebbero gli insiemi della Sperlinga di San Basilio 15 e di Grotta di Cala Mancina (MARTINI, LO VETRO,
BRILLI et alii cds; MARTINI e LO VETRO dati inediti); con essi si scorgono alcune affinità di carattere
stilistico in merito alla fisionomia di alcune armature, tra le altre, triangoli e trapezi microlitici, micro-
punte a dorso ricurvo, dorsi troncati microlitici a sagoma triangolare;

   – Grotta Corruggi. Questo insieme siracusano, ampiamente citato in letteratura, fu segnalato da
Berbabò Brea (BERNABÒ BREA 1949) e inserito da Laplace (LAPLACE 1966) nella sua sintesi sull’Epi-
gravettiano della Sicilia come aspetto finale, insieme all’industria di Mazzamuto, caratterizzato da una
nuova insorgenza dei geometrici; in seguito Tusa lo cita a proposito dell’ipotesi di precoce neolitizza-
zione della Sicilia, mentre Vigliardi (1982) lo vede come probabilmente indicativo di aspetti polimorfi
rapportandolo alle industrie di Grotta dell’Uzzo e, di conseguenza, ipotizzandone un’età avanzata. A
Palma di Cesnola (1993 e 1994) si deve poi un’ulteriore ipotesi secondo la quale le industrie di Grotta
Corruggi e di Mazzamuto, per il valore dei dorsi troncati e dei trapezi, potrebbero colmare lo iato che
l’Autore vedrebbe tra i due orizzonti di San Teodoro. Questa serie articolata di ipotesi, sproporzionata
all’attendibilità dell’insieme litico visto il periodo di acquisizione, si può aggiungere quanto è già stato
osservato su questo insieme (MARTINI 1996 e 1997), cioè che non possiamo escludere un’attribuzione
alla fine dell’Epigravettiano locale (ipotizzando quindi una cronologia non olocenica) per via di alcuni
caratteri stilistici (grattatoi lunghi, punte a dorso ricurvo paragonabili a quelle di San Teodoro e Ac-
qua Fitusa, geometrici triangolari). La presenza di grattatoi con incavo semplice o doppio adiacente
al muso, rimanda a varianti segnalate in altri siti siciliani (vedi supra). Non si può nemmeno escludere
che in questo sito non possano essere rappresentati più fasi di occupazione nei sette tagli praticati da
Bernabò Brea al di sotto dei livelli con ceramica;

14 Tale definizione, proposta in occasione della Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria in Sicilia
del 2006 (MARTINI e LO VETRO cds), conferma una precedente ipotesi inserita in un più ampio ventaglio di possibilità (LO
VETRO e MARTINI 1999-2000).
15 Fuori dall’ambito cronologico trattato in questa sede si collocherebbe a nostro parere l’industria litica della Sperlinga
di San Basilio in territorio di Novara di Sicilia (Messina). La posizione crono-culturale di questa industria è stata a lungo
dibattuta e alcuni Autori a più riprese (SEGRE e VIGLIARDI 1983; PALMA DI CESNOLA 1993; MARTINI 1996 e 1997) hanno
avanzato dubbi sull’attribuzione al Mesolitico proposta da I. Biddittu (BIDDITTU 1971). Recentemente da parte di chi scrive
(LO VETRO e MARTINI 1999-2000; MARTINI e LO VETRO cds) è stata proposta su base stilistica la possibilità di una relazione
dell’industria della Sperlinga con quella proveniente dal livello 6 della trincea C dell’Uzzo (PIPERNO 1976-1977), documen-
tando l’insorgenza in età olocenica (metà del X millennio BP in cronologia non calibrata stando alle date dell’Uzzo) di un
aspetto a geometrici di tradizione epigravettiana, originale rispetto ai canoni delle industrie mesolitiche continentali (sensu
Broglio) e alle più recenti industrie di Perriere Sottano (ARANGUREN e REVEDIN 1998). Per quanto riguarda la cronologia
radiometrica, della misura calibrata 9.250-8.450 a.C. (ANDERSEN et alii 1990), datazione mai menzionata precedentemente
in altri lavori di sintesi, non si conosce né la natura del campione né il taglio di provenienza. In termini di cronologia non
calibrata è plausibile che l’età del campione si collochi nel secondo quarto del X millennio BP inserendo questo comples-
so all’inizio dell’Olocene. Essa permetterebbe quindi di ribadire l’ipotesi della presenza in Sicilia di un complesso di età
post-glaciale, caratterizzato da parametri strettamente legati alle fisionomie epigravettiane. Tale aspetto avrebbe, oltre alle
industrie dell’Uzzo e della Sperlinga, un’ulteriore attestazione nei livelli mesolitici di Grotta di Cala Mancina-strato 3 datati
tra la seconda metà del X e la metà del IX millennio BP in cronologia non calibrata (MARTINI, LO VETRO, BRILLI et alii cds).
Tali insiemi mesolitici di tradizione epigravettiana, racchiusi nell’ambito cronologico di circa un millennio, mostrano singo-
larmente specifiche fisionomie forse imputabili o alla localizzazione dei siti nell’ampia superficie dell’isola oppure all’interno
di contesti ambientali differenziati, senza escludere in via teorica anche una diversa funzione dei siti e dei contesti stessi. Pur
con questa variabilità, al momento non spiegabile, l’industria della Sperlinga condivide con le altre alcuni parametri non
tanto a livello strutturale quanto a livello stilistico come lo sviluppo dei dorsi (decisamente più abbondanti alla Sperlinga); la
presenza di punte a dorso di dimensioni prevalentemente microlitiche e piccole, esclusivamente unilaterali, tra cui si osserva
una specializzazione nel dorso convesso, più o meno curvo, talora al limite con il segmento di cerchio; la presenza di alcuni
dorsi larghi (LD) non ipermicrolitici, di geometrici, soprattutto triangoli, micro e ipermicrolitici e di varianti significative tra
le armature (Gm1 simmetrico allungato, Gm3 e Gm4 ad angolo evidenziato, trapezi larghi microlitici, DT8 a sagoma triango-
lare tendente a Gm3 che trova confronto a Grotta dell’Uzzo-trincea C, II orizzonte), le dimensioni microlitiche prevalenti.

                                                              228
   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29   30