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completamente assente nei livelli C-D inferiori ed è presente nei
livelli superiori A-B con rarissimi resti, inoltre sembra essere del
tutto assente anche nello strato B di Grotta dell’Acqua Fitusa
dove sono segnalati reperti ossei che appartengono a due sole
specie, Cervus elaphus e Sus scrofa (SEGRE e VIGLIARDI 1983).

   Le nuove campagne di scavo in Sicilia a Grotta d’Oriente
e Grotta delle Uccerie e l’osservazione dei complessi faunistici
conosciuti in letteratura evidenziano per le comunità dell’Epi-
gravettiano finale siciliano un’economia basata principalmente
sulla caccia al cervo e all’asino selvatico. Le specie presenti al-
l’interno degli insiemi faunistici testimoniano la presenza di am-
bienti diversificati con boschi misti, habitat ideale per il cervo e
il cinghiale e con aree aperte, habitat ideale per l’asino e l’uro.

   Un cenno merita il problema della presenza di Crocuta spelaea
nel Tardoglaciale siciliano, citata da Segre (SEGRE e VIGLIARDI
1983). In realtà detta presenza di Grotta di Cala del Genovese
a Levanzo è erroneamente segnalata nei livelli epigravettiani, in
quanto essa risulta (CASSOLI e TAGLIACOZZO 1982) nello strato 4
a sabbie gialle non antropizzato e l’unico reperto, un coprolite,
nello strato 3 epigravettiano secondo Cassoli e Tagliacozzo va
considerato intrusivo.

Le risorse marine e di ambienti umidi costieri
(A.C. Colonese)

   Durante l’Epigravettiano finale in Sicilia alcuni giacimenti        Fig. 9. Grotta d’Oriente: percentuali dei
ubicati sulla costa attestano, seppur in modo limitato, lo sfrut-     molluschi marini rinvenuti nei livelli epigra-
tamento di risorse marine attraverso la pesca e la raccolta di        vettiani 7B (NMI = 444), 7C (NMI = 285),
molluschi (CASSOLI e TAGLIACOZZO 1982; COLONESE 2006 cds-             7D (NMI = 357) e 7E (NMI = 224)
a; MARTINI et alii 2006 cds), che a partire dal Mesolitico assume
un ruolo fondamentale nel regime alimentare (BORGOGNINI e
REPETTO 1986; PIPERNO et alii 1980; CASSOLI e TAGLIACOZZO
1982; COMPAGNONI 1991; CASSOLI e TAGLIACOZZO 1993; TA-
GLIACOZZO 1993; MANNINO et alii 2007). Grazie alle nuove
campagne di scavo e ai nuovi approcci analitici si evidenzia un
incremento dei dati relativi allo sfruttamento delle risorse ma-
rine e di ambienti umidi costieri che appare con maggior detta-
glio nei giacimenti epigravettiani delle Isole Egadi (COLONESE
cds-a; MARTINI, LO VETRO, COLONESE et alii cds).

   Dal punto di vista tassonomico e quantitativo la malacofauna
proveniente dai livelli epigravettiani di Grotta d’Oriente a Fa-
vignana offre l’opportunità di individuare in modo dettagliato
le principali nicchie ecologiche sfruttate dai gruppi umani du-
rante il Tardoglaciale. Nonostante le difficoltà interpretative al
riguardo, lo sfruttamento delle risorse marine e di ambienti pa-
ralici (ambienti umidi retrolitoranei o estuari) risulta comunque
ben documentato già a partire dai livelli epigravettiani (Fig. 9).
In questo giacimento la malacofauna marina e l’ittiofauna (in

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