Page 27 - Favignana_-_land_of_bikes
P. 27
In quest’ottica risulta significativo il contributo fornito dalla ricerca archeologica e dalle nuove me-
todologie d’indagine alla ricostruzione del quadro climatico e ambientale sulla base di record archeo-
logici, come ad esempio le associazioni faunistiche rinvenute in sequenze archeologiche (mammalo-
faune, ittiofaune, malacofauna, erpetofaune, avifaune) che oltre a fornire dati sugli aspetti economici
fungono da rilevanti bioindicatori degli ecosistemi nel passato.
I macromammiferi
(Z. Di Giuseppe)
Il quadro delle conoscenze sulle mammalofaune tardoglaciali siciliane si basa su contesti relativi a
ricerche ormai datate a diversi decenni orsono, alle quali si aggiungono oggi alcuni dati nuovi concer-
nenti recenti ricerche condotte con moderne metodologie e attenzione microstratigrafica. A queste
ultime appartengono le evidenze faunistiche di Grotta d’Oriente e di Grotta delle Uccerie, sull’isola
di Favignana, oggetto di scavi negli anni 2005-2006, che vengono qui descritte in via preliminare, inse-
rendole in un quadro di insieme che tiene conto delle conoscenze pregresse (REGALIA 1907; STEHLIN
e GRAZIOSI 1935; VIGLIARDI 1968; KOTSAKIS 1979; VIGLIARDI 1982; CARDINI 1971; SEGRE e VIGLIARDI
1983; GLIOZZI e KOTSAKIS 1986; CHILARDI et alii 1996).
La associazioni faunistiche presenti nei livelli tardoglaciali di Grotta delle Uccerie e di Grotta
d’Oriente rientrano nel IV stadio delle mammalofaune pleistoceniche siciliane (KOTSAKIS 1979), lo
Stadio di Castello, dalla fauna del sito del Castello di Termini Imerese (REGALIA 1907); le specie che
compongono tale stadio rappresentano una fauna più temperata di origine per lo più asiatico-euro-
pea. L’età di questa associazione faunistica, con Cervus elaphus, Sus scrofa, Bos primigenius con ca-
ratteri continentali ed Equus hydruntinus, si colloca qualche millennio prima dell’inizio dell’Olocene
e solitamente è associata all’Epigravettiano. I nuovi scavi nella Grotta di San Teodoro (Messina) e
lo studio delle faune (BONFIGLIO com. pers.; MANGANO et alii 2005) sembrano smentire l’arrivo di
Equus hydruntinus intorno ai 15.000 anni fa e la sua presenza in livelli più antichi attesterebbe secon-
do Bonfiglio l’arrivo di questa specie in Sicilia in un periodo precedente.
I reperti faunistici epigravettiani di Grotta delle Uccerie sono attualmente in corso di studio e le os-
servazioni che seguono sono da intendersi come dato preliminare. Da una prima osservazione (strato
4 nell’ambiente D) emerge la presenza di cinque specie: l’Equus hydruntinus con il 41,9%, seguito dal
Cervus elaphus presente con il 30,1%, dal Bos primigenius con il 20,6%, Sus scrofa e Vulpes vulpes con
percentuali minime, rispettivamente il 4,4% e il 2,2%. La lepre è rappresentata da un solo reperto
(Tab. 3). In un altro campione relativo ad una ulteriore trincea (strato 4 ambiente B) su 32 reperti
determinati 25 appartengono all’Equus hydruntinus.
Nello strato 7 di Grotta d’Oriente (Tab. 4) le specie meglio rappresentate appartengono per lo più
ad erbivori, mentre quasi del tutto assenti sono i carnivori fatta eccezione per la volpe, carnivoro di
Sus scrofa NR % Sus scrofa NR %
Cervus elaphus 6 4,4 Cervus elaphus 2 1,2
Bos primigenius 41 30,1 Bos primigenius 104 63,0
28 20,6 Equus hydruntinus 9 5,4
Equus hydruntinus Artiodactyla 14 8,4
57 41,9 Vulpes vulpes 5 3,1
Vulpes vulpes Erinaceus europaeus 11 6,6
Lepus sp. 3 2,2 Emys orbicularis 11 6,6
Totale 1 0,7 9 5,4
136 Totale 165
Tab. 3. Grotta delle Uccerie (strato 4 ambiente D): numero Tab. 4. Grotta d’Oriente (strato 7): numero dei resti faunisti-
ci determinati e relative percentuali
dei resti faunistici determinati e relative percentuali
230