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Fig. 14. Grotta d’Oriente:
profilo di distribuzione delle
specie di micromammiferi
lungo la sequenza stratigra-
fica
alii cds). Le evidenze indicano complessivamente un ambiente aperto e arido durante il Tardoglaciale
con un significativo aumento della copertura arborea a partire dall’inizio dell’Olocene. Un maggior
dettaglio si coglie nell’associazione dei livelli tardoglaciali di Grotta d’Oriente a Favignana. Lo studio
dei micromammiferi di Grotta d’Oriente, ha evidenziato la presenza di associazioni faunistiche non
dissimili da quelle coeve siciliane, durante la fine del Tardoglaciale (strato 7, suddiviso in più orizzonti
abitativi 7E, 7D, 7C 7B) e l’inizio dell’Olocene (strati 6 e 5) (Fig. 14). Nei livelli dello strato 7 le co-
munità si configurano poco diversificate per la dominanza di Microtus (Terricola) sp., rappresentato
dall’89,12% del numero di individui (Complesso Faunistico di Castello).
I micromammiferi degli strati successivi sono chiaramente attribuibili all’Olocene, anche per la
presenza di Arvicola terrestris, specie-marker in Sicilia del passaggio Tardoglaciale-Olocene. L’arrivo
di questa specie nello strato 6 è, infatti, un dato coerente con quelli forniti dalle faune continentali
siciliane (BONFIGLIO et alii 2002) e dimostra che durante l’Olocene antico Favignana era collegata alla
Sicilia, in accordo con i dati disponibili sull’evoluzione della linea di costa (ANTONIOLI et alii 2002;
LAMBECK et alii 2004).
L’analisi per gruppi ecologici evidenzia nello strato 7 la dominanza di Microtus (Terricola) sp. in
tutti i livelli, pur dimostrando un costante decremento da quelli più antichi a quelli più recenti. Que-
sto roditore suggerisce un ambiente degradato con una ridotta copertura arborea, nel quale tende a
prevalere una vegetazione di tipo steppico (BONFIGLIO et alii 1999). Tali ambienti sembrano persistere
durante tutta la fase tardoglaciale registrata nel deposito. Tuttavia, la costante tendenza alla diminuzio-
ne di Microtus (Terricola) sp., se pur graduale, sembrerebbe indicare un aumento delle temperature.
Le materie prime litiche
(D. Lo Vetro)
Sappiamo ancora poco delle strategie di approvvigionamento delle risorse litiche per quanto ri-
guarda l’Epigravettiano finale siciliano. Mancano quasi del tutto per questo territorio studi specifici
mirati all’individuazione delle fonti di approvvigionamento delle materie prime scheggiabili. Tuttavia
la presenza di affioramenti di selce è nota in aree dove è attestata la frequentazione antropica in epoca
preistorica e rende plausibile l’idea di una facile reperibilità delle materie prime litiche da parte dei
gruppi di cacciatori-raccoglitori epigravettiani. Questa ipotesi trova conferma a Grotta dell’Acqua
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