Page 37 - Favignana_-_land_of_bikes
P. 37
Fitusa dove l’adozione di certi schemi operativi pare sia da mettere in relazione con l’abbondanza di
materia prima disponibile (CARAMIA 2005). Aree ricche di depositi selciferi sono inoltre segnalate nel-
la penisola di San Vito Lo Capo (ABATE et alii 1993; COLLINA 2006), sull’Isola di Favignana (AGNESI
et alii 1993; MALATESTA 1957), nell’area del Basso Belice (VENEZIA e LENTINI 1994) e nell’entroterra
Agrigentino (CARAMIA 2005). In queste zone la selce, inglobata nelle formazioni calcaree, è dispo-
nibile sottoforma di noduli e liste che potevano essere recuperati sia in deposizione primaria che
secondaria. Dai dati preliminari relativi ad alcuni complessi litici epigravettiani del trapanese (Grotta
delle Uccerie Grotta d’Oriente, Grotta Racchio) emerge anche lo sfruttamento di ciottoli non sempre
documentato altrove (vedi per esempio Grotta dell’Acqua Fitusa e Cistirnazza). I ciottoli potevano
essere raccolti in prossimità della costa o lungo i corsi d’acqua. In via preliminare sembra plausibile
ipotizzare che in contesti in cui i ciottoli fossero facilmente reperibili il loro sfruttamento integrasse,
in proporzione differente da sito a sito, l’utilizzo di noduli e liste. Presso alcune stazioni si registra
accanto all’uso della selce l’impiego della quarzarenite; eccetto rari casi (per esempio a San Teodoro)
l’utilizzo di questa materia prima è generalmente limitato e destinato soprattutto alla produzione di
strumenti generici.
Strategie insediative
(F. Martini, D. Lo Vetro, A. C. Colonese, Z. Di Giuseppe)
Durante l’Epigravettiano finale la Sicilia conosce un fortissimo sviluppo demografico, potremmo
quasi dire che il vero popolamento umano dell’isola risale proprio a questo periodo; ciò in conside-
razione del fatto che la documentazione archeologica dell’Epigravettiano antico ed evoluto (sensu
Laplace) è rara e dubbia. I siti segnalati assommano ormai ad alcune decine, anche se per alcuni l’at-
tribuzione cronologica e culturale deve rimanere provvisoria per via della scarsità di materiale, talora
poi, non in giacitura primaria.
Sul tema delle strategie insediative si può rilevare una distribuzione dei siti in tutta l’isola, sia in
zone costiere sia in aree interne, preferibilmente in prossimità di corsi d’acqua. L’attività venatoria
durante l’Epigravettiano finale in Sicilia doveva svolgersi in ambienti misti non lontani dalle grotte. Lo
studio faunistico ha evidenziato lo sfruttamento di risorse di ambienti diversificati, aree boschive (ne
danno indicazione il cervo, la specie meglio rappresentata in tutti i siti, e il cinghiale) e ambienti aperti
a prateria (come attestano l’Equus hydruntinus e l’uro). Acquisizioni recenti negli studi delle faune
hanno portato informazioni sulla stagionalità della presenza dell’uomo in alcuni dei siti citati; si tratta
di una prospettiva di studio certamente da incrementare. Dalle analisi isotopiche su gusci di Osilinus
turbinatus presenti nei contesti di Grotta d’Oriente e di Grotta delle Uccerie è risultato che durante
l’Epigravettiano finale la raccolta di molluschi e, presumibilmente, l’occupazione delle grotte si di-
versificava. Lo sfruttamento dei molluschi marini durante l’Epigravettiano finale a Grotta d’Oriente
(orizzonte 7C) è documentata limitatamente ad un periodo compreso tra primavera e inverno, mentre
a Grotta delle Uccerie-orizzonte 4A essa è attestata durante tutto l’anno 20 (COLONESE cds-b). In sin-
tesi, dai primi risultati emerge che la raccolta di molluschi marini nell’Epigravettiano finale indica sia
occupazioni in grotta di lunga durata, anche annuale, sia a carattere più stagionale.
20 Si segnala una continuità di strategie insediative, anche in merito alla stagionalità, durante il Mesolitico. A Grotta d’Orien-
te (orizzonte 6C) la raccolta avveniva prevalentemente durante l’inverno, ma alcuni molluschi sono stati raccolti anche in
primavera (COLONESE cds-b; MARTINI, LO VETRO, COLONESE et alii cds); a Grotta delle Uccerie (COLONESE cds-b ; MARTINI,
LO VETRO, CASCIARRI et alii cds) la raccolta mesolitica (strato 3) è ben distribuita, come nella fase epigravettiana, durante
tutto l’anno. I molluschi dei livelli mesolitici più recenti, al passaggio al Neolitico, di Grotta d’Oriente (orizzonte 5A) do-
cumentano un raccolta in prevalenza invernale e in parte autunnale. A Grotta di Cala Mancina (COLONESE cds-b; MARTINI,
LO VETRO, BRILLI et alii cds) l’attività di raccolta mesolitica (orizzonte 3A) appare concentrata durante l’autunno e in minor
misura in inverno.
240