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te, alcuni dettagli anatomici sono bene evidenziati, il tratto è profondo, maturo e deciso 23.
– Figure zoomorfe in stile naturalistico molto irrigidito. Il pannello di Grotta dell’Addaura (Addau-
ra 2, parete sinistra, Fig. 16 nn. 5, 6) contiene, tra le altre immagini, anche questa tipologia di figura
zoomorfa, caratterizzata da una sagoma del corpo eseguita con tratto lineare rigido, quasi geometriz-
zante; il corpo è reso con un profilo subrettangolare appena sinuoso sul dorso, il muso è arrotondato,
le corna, appena accennate, sono rivolte in avanti, la linea dell’avantreno senza soluzione di continuità
prosegue nel profilo dell’arto anteriore. Questa immagine è emblematica, nel suo canone iconogra-
fico, del linguaggio adottato anche altrove, per esempio per un’altra figura di bovino sempre sulla
parete sinistra all’Addaura 2, nei cervidi di Grotta Racchio e della Grotta della Za Minica, alla Grotta
dei Puntali 24.
– Figura umana dipinta. La figura umana dipinta in rosso all’interno della Grotta di Cala del Ge-
novese a Levanzo (Fig. 16 n. 1), che Graziosi ha proposto come probabilmente contemporanea alle
incisioni paleolitiche della stessa grotta, si può collegare stilisticamente al repertorio delle figure an-
tropomorfe e zoomorfe incise con tratto molto sottile e non profondo, presenti anche nella medesima
caverna 25.
Il repertorio di arte mobiliare comprende diversi documenti iconografici che possiamo suddividere
in alcune categorie di produzioni:
– Incisioni lineari. Le incisioni lineari sono documentate a Grotta Giovanna (Fig. 16 n. 7) e appaio-
no di vario tipo; sono costituite da segni o gruppi di segni che si ripetono con una certa frequenza e
da un motivo “geometrizzante con fasce di linee subparallele orizzontali più o meno ravvicinate”. La
data radiometrica fornita per questo sito è di circa 12.800 anni da oggi.
– Figure zoomorfe. A Grotta Giovanna nel repertorio di pietre incise compare una figura naturali-
stica, frammentaria, raffigurante un bovide privo della testa, incisa con tratto sottile (Fig. 16 n. 4). Il
tratto sicuro e l’impostazione generale rimandano allo stile mediterraneo. Lo stile naturalistico rigido
è documentato dalla incisione profonda su blocco calcareo rinvenuto nello strato 3 della Grotta di
Cala del Genovese a Levanzo, con l’immagine di bovino (Fig. 16 n. 3), risalente a circa 11.200 BP.
– Ciottoli nello stile aziliano. Dagli strati rimaneggiati della Grotta di Cala del Genovese a Levanzo
provengono tre ciottoli dipinti (Fig. 16 nn. 8-10) che rimandano alle produzioni nello stile aziliano dif-
fuse lungo tutta la penisola, soprattutto sul versante tirrenico (Liguria, Lazio, Campania, ma anche in
Trentino e in Puglia) a partire dal Tardoglaciale e sino al primo Olocene (MARTINI 1992). L’inserimen-
to di questa particolare produzione nel repertorio tardoglaciale va inteso, per la Sicilia, con riserva,
non potendo escludere una sua cronologia mesolitica, anche se il fenomeno “aziliano” ha nella nostra
penisola una connotazione, maggioritaria ma non esclusiva, tardoepigravettiana.
I pochissimi dati di cronologia radiometrica relativi ai contesti industriali, le correlazioni stratigra-
fiche dei segni, prima fra tutte quella dell’Addaura, ci permettono di documentare nell’area siciliana
non più di due momenti nella scansione stilistica e nella variabilità dei linguaggi grafici:
– attorno a 12.800 BP è presente in Sicilia (Grotta Giovanna) una tendenza iconografica non univoca
nell’arte mobiliare che si rifà ai seguenti segni: 1. incisioni lineari con segni singoli o a gruppi, motivi
geometrizzanti a linee parallele; 2. incisioni zoomorfe in stile naturalistico eseguite con tratto sicuro
(stile mediterraneo sensu Graziosi);
– attorno a 11.200 anni fa è presente lo stile rigido documentato dalla figura zoomorfa del blocco
proveniente dallo strato 3 di Levanzo e più o meno nello stesso periodo lo stile aziliano raggiunge il
23 Questo linguaggio specifico è documentato anche al Riparo del Romito nella figura di uro che campeggia alla sommità del
grande masso.
24 Fuori dell’isola ricordiamo l’adozione di questo modello iconografico a Grotta Romanelli nella figura di bovino incisa
sulla parete nord della grotta (GRAZIOSI 1973, Fig. 76).
25 Lo schema sinuoso della figura, realizzata con una totale campitura monocromatica della sagoma, rimanda alla analoga
figura umana dipinta su una delle pietre a copertura dell’inumazione del Riparo Villabruna A (in ultimo vedi BROGLIO, in
BERTOLA et alii in questo volume).
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