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Per  quanto  riguarda  invece  l’antica  città  di  Selinunte,  nonostante

               l’incosistenza sulla base di scavo già evidenziata a suo tempo dalla Bovio

               Marconi, si ritiene oggi che l’acropoli di Selinunte fu frequentata da modeste

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               comunità cristiane almeno fino al V sec. d. C. .
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                      Nonostante  l’assenza  delle  fonti  storiche  di  età  tardo  romana ,
               modesti agglomerati edilizi dimostrerebbero la presenza di una insediamento

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               sviluppatosi fra la tarda antichità e il periodo bizantino  (Fig.81).
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                      Julius  Schubring  prima  degli  scavi  eseguiti  dal  Salinas ,  nel  1865
               aveva già rilevato l’esistenza di una piccola casa ritenuta di epoca cristiana

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               situata all’interno del tempio C ; Saverio Cavallari, a sua volta, descrive
               l’esistenza  di  scalette  e  resti  murati  tardi  del  tempio  C  specificando  la

               presenza  in  loco  di  strutture  che  muravano  gli  intercolumni  del  tempio  C



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                         Già nel XVIII secolo i numerosi viaggiatori e studiosi, che visitarono le rovine di Selinunte,
               nelle  loro  descrizioni  parlano  di  costruzioni  riferibili  al  periodo  bizantino;  le  descrizioni  dei  viaggiatori
               purtroppo,  oggi  non  hanno  più  riferimento  alcuno  perché,  dopo  il  riordinamento  delle  rovine  classiche
               iniziato  verso  la  metà  dell’Ottocento,  non  è  possibile  rintracciare  ciò  che  fu  osservato  nel  settecento.  È
               opportuno  sottolineare  che  in  alcuni  tratti  dell’acropoli  sono  state  riscontrati,  in  seguito,  modesti
               agglomerati edilizi interpretati come prove concrete di un insediamento a carattere urbano sviluppatosi tra
               la  tarda  età  romana  e  il  periodo  bizantino;  vd.,  SCHUBRING  1865,  p.34;  CAVALLARI  1874,  pp.15-18;
               PATRICOLO SALINAS 1888, p.606;  BOVIO MARCONI 1957; TRASSELLI 1972, p.50.
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                          Per  l’età  romana  non  fanno  menzione  di  Selinunte  né  l’  Itinerarium  Antonini  né  la  Tabula
               Peutingeriana. STRABONE (VI 2,6) l’annovera tra i centri disabitati ai tempi di Augusto e Tiberio; mentre
               TOLOMEO (III 4, 3) si era limitato a ricordare la foce del fiume senza accennare alla presenza di alcun centro
               abitato; sull’argomento si rimanda a TRASSELLI 1972, p.48.
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                          Durante  le  campagne  di  scavo  del  1923  furono  rinvenute  varie  reliquie  di  rare  abitazioni
               superficiali  poggiate  sullo  strato  più  alto,  che  ricopriva  i  ruderi  dell'abitato  ellenistico.  Secondo  gli

               archeologi  che  allora  eseguirono  lo  scavo,  la  costruzione  di  murature  tarde  soprastanti  le  strutture
               ellenistiche    dimostrava  che  quella  zona  rimase  abbandonata  per  lunghi  secoli,  almeno  nei  punti  allora
               rilevati.  Gli  archeologi  arrivarono  alla  conclusione  che  le  aree  indagate  non  erano  state  soggette  ad
               antropizzazione  per  tutto  il  periodo  greco-romano  ed  imperiale  confermando  quindi  la  testimonianza  di
               STRABONE  (VI  2,6).  La  valutazione  cronologica  di  quelle  tarde  abitazioni  superficiali,  (purtroppo  oggi
               rimosse) venne ritenuta dal Gàbrici «al periodo bizantino od anche più giù»; vd., GÀBRICI 1923, p.112.
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                         PATRICOLO SALINAS 1888; SALINAS 1894, pp. 202-220.
                      412  SCHUBRING 1865, p.34;


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