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settanta del secolo scorso ha restituito ceramica di età aghlabide, come il
minuto frammento di ceramica con decorazione a uccelli databile tra la fine
del IX e gli inizi del X secolo (Fig.104). L’insieme degli oggetti
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discaricati , databili tra la seconda metà del X e la prima metà dell’XI
secolo, permette di vedere una parte dei corredi domestici di alcune
abitazioni del sito in età kalbita. Questi oggetti rappresentano una fonte
materiale di notevole pregio in quanto testimoniano la piena integrazione
dell’area sudoccidentale alla dār al-Islām. Per quanto riguarda
l’insediamento fortificato di Castello della Pietra, possiamo considerarlo
come una sorta di avamposto militare custodito da un gruppo in stretto
collegamento con l’Ifrīqiya. Dal materiale rinvenuto nel sito si desume che
una certa corrispondenza tra Ifrīqiya, Andalusia e Sicilia. Sempre relative al
X-XI secolo sono alcune pentole (Fig.106 n.55117) e varie teglie modellate
con il tornio lento (Fig.106 n.61183); sono presenti inoltre “olle” modellate
con tornio veloce (Fig.106 n.55120) dalla presenza di alcune ceramiche di
notevole pregio e qualità artistica possiamo ritenere che parte del vasellame
da mensa era importato dall’Ifrīqiya. In particolare, i prodotti di
importazione sarebbero costituiti da alcune ceramiche smaltate (come il
grande catino bianco con decorazione a “boli gialli” (Fig.105 n.54037), da
due coppe, una con smalto turchese e “boli gialli” (Fig.105 n.55042), una
con rappresentazione di un’aquila sul fondo (Fig.105 n.54038). Per altri
manufatti invetriati, come un catino con grande fiore a quattro petali
(Fig.105 n.54039), una fiasca e un piccolo vaso panciuto decorati con mezza
tegole con incisioni perpendicolari, di epoca bizantina; 5) frammenti di tegole foggiate con argilla
frammista a paglia e frammenti di forme aperte invetriate verdi su entrambi i lati, di epoca medievale; 6) un
fondo di ciotola con rivestimento a lustro su entrambi i lati, tipico della Spagna tardomedievale; 7) un orlo
di piatto smaltato di bianco su entrambi i lati di fattura seicentesca; D’ANGELO 1997, p. 456.
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I reperti sono ancora in corso di studio e una piccola selezione che comprende alcuni dei pezzi
meglio conservati è stata esposta nel mese di Agosto 2012 presso il Museo di Gibellina in occasione di
alcuni eventi culturali organizzati dalla Fondazione Orestiadi; ARDIZZONE et al. 2012, pp. 42-43.
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