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seguito rivedere attentamente il materiale ceramico rinvenuto e confrontarlo
con i dati più sicuri provenienti dalla Sicilia orientale. Dalla distribuzione
delle prime invetriate islamiche e delle ceramica decorata a bande rosse e
brune, si evincerebbe che a partire dal X secolo vi sia stata nel territorio
segestano la convivenza di casali rurali presso l’area di fondovalle con
abitati d’ altura (intorno ai 400 metri) che a partire da questo periodo
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verrebbero incrementati e ripopolati . In particolare, fra il X secolo ed i
primi dell’XI secolo la nascita dell’abitato “intercalare” musulmano di
Calathamet, sito nei pressi dell’antica statio di età romana, tardo-antica e
bizantina delle Aquae Segestane potrebbe essere in relazione con l’ ordine
c
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emanato dal califfo fatimida 'Al Mu izz . Quest’ultimo abitato fortificato
rappresenterebbe probabilmente il capoluogo di distretto di una vasta area
che comprendeva siti forti e i villaggi rurali, in alcuni casi anche di notevoli
dimensioni, come l’insediamento in Contrada Eredità ed quello in Contrada
Arcauso, due grossi borghi rurali siti in concomitanza della via Valeria,
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sfruttata probabilmente come transito dei prodotti agricoli . Tali prodotti,
trovavano sfogo presso l’antico l’emporio segestano sito sulla costa Nord
della Sicilia occidentale. A questo periodo, si attribuisce l’ingrandimento
dell’abitato portuale che sarà in seguito munito delle fortificazioni a
protezione dell’abitato. Nella toponomastica, cambierà il nome in al
Madārig probabilmente per la presenza, anche di remota origine, di industrie
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per la lavorazione e conservazione del pesce ed in particolare del tonno
(Fig. 111).
Tra il territorio di Castellammare del Golfo e quello di Erice si
estendono zone collinari di alto pendio (sopra i mille metri). Recenti
535 APROSIO et al. 1997, p.192; BERNARDINI et al. 2000, pp.122-123.
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PESEZ 1983, pp. 25-32; PESEZ 1985, p.888; PESEZ 1995, pp.187-189.
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MOLINARI -NERI 2004, pp. 109-128.
538 Idrisi, in Blib. ar. sic., I, p. 81 e p. 91; I Registri della cancelleria angioina, VIII, p. 64.
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