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(attualmente  in corso), indagini archeologiche hanno individuato alcuni siti

                   che potrebbero essere in realtà quei casali di origine araba menzionati in un

                   privilegio datato al 1241, noto dalle imbreviature del notaio palermitano G.

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                   Comito .  Probabilmente si tratta di un documento falso redatto subito dopo
                   il  1241 per  sancire i  privilegi di  Erice  sul  suo  hinterland.  Nel  documento

                   inoltre  sono  menzionati  due  altri  privilegi,  rispettivamente  emanati  da

                   Guglielmo II e da Markwald von Anweiler, che attribuivano a Monte San

                   Giuliano libertates et terras sufficientes eidem universitari. Al documento si

                   aggiunge  anche  una  donazione  da  parte  di  Federico  II  di  terras  e  casalia

                   inabitata in favore dell’universitas ericina. Fatto rilevante è che gran parte

                   dei    toponimi  dei  casali  menzionati  nel  documento  del  XIII  secolo,

                   riconducono  alla  dominazione  araba  della  Sicilia  occidentale;  essi  sono:

                   Cuurcii,  Scupelli,  Farginisi,  Rachalguni,  Yrini,  Rachalob,  Handiviluara,

                   Bumbuluni, Murfi, Busit, Arcudaci, Ynnichi Rachalrulei. La medesima lista

                   di abitati la ritroviamo in un altro documento conservato ad Erice con alcune

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                   varianti toponomastiche e la menzione di un casale Hurri  (Fig.112).
                          Le  ricognizioni  archeologiche  eseguite  presso  Monte  Sparagio  e

                   Monte Inici ad un’altezza superiore ai mille metri, hanno messo in evidenza

                   una  lunga  fase  di  frequentazione  con  un  aumento  sensibile  degli

                   insediamenti  a  partire  dalla  prima  metà  del  X  secolo  (Fig.113).  Bisogna

                   sottolineare  però  che  gli  archeologi  hanno  determinato  tale  periodo

                   attraverso  la  presenza  di  olle  con  orlo  a  tesa  sub  verticale  indistinta.  Dal


                   ritrovamento  di  questo  materiale  ceramico  gli  archeologi  hanno  ritenuto
                   inoltre che a partire dalla prima metà del X secolo si aprirebbe una stagione


                   di popolamento molto intensa degli abitati d’altura che si interromperebbe, a
                   sua  volta,  in  modo  forse  traumatico  verso  la  fine  del  XII  secolo.  In


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                             ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO, Notaio G. Comito, I stanza, vol. 846, 1445 ott. 1, cc.33r-34v.
                   ed critica in MAURICI 1997 e BRESC-BRESC 1977, pp. 349-350.
                          540  BIBLIOTECA COMUNALE DI ERICE, ms. n. 76, edito in LA MANTIA 1887, pp. 364-365.


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