Page 166 - Abitati_città_fortificate_Sicilia_occidentale
P. 166
palmetta (Fig.105 n.55043 3 n. 55033) è più difficile stabilire il centro di
produzione, anche se alcuni potrebbero essere opera di botteghe siciliane
locali così come abbiamo visto per Mazara. Non mancano inoltre alcune
anforette e vasi con filtro, una forma, quest’ultima, che in Sicilia caratterizza
i contesti di età islamica. Per l’illuminazione si utilizzavano le lucerne, sia
quelle circolari a piattello (Fig. 105 n.55052), sia quelle con serbatoio
cilindrico e lungo canale (Fig.105 n.55075). Le prime sono diffuse in Sicilia
nella prima età islamica mentre le seconde compaiono a partire dagli inizi
dell’XI secolo. Il sito di castello della Pietra rappresenta quindi una lunga
fase di insediamento umano per tutto il corso dall’età tardo antica fino al
medioevo. Non sappiamo se tale situazione si sia verificata, presso il sito
dell’antica Alicia, identificata oggi con l’attuale Salemi 522 . È verosimile che
l’agro salemitano fra il VII e l’XI secolo, sia stato soggetto ad una frequenza
sporadica delle zone di medio pendio da dove si poteva controllare la
campagna circostante, ma la mancanza di fonti documentarie e di reperti
archeologici di sicura provenienza e datazione non permette oggi di
affermare con certezza che vi fu continuità ininterrotta fra età bizantina ed
523
l’epoca normanna (Fig.107). Uno studio interessante però potrebbe essere
fornito dall’analisi della toponomastica in quanto il toponimo Salemi
potrebbe essere la forma latinizzata tramite un etimo arabo del precedente
524
toponimo greco Halycyae e potrebbe indurci ad ipotizzare un caso di
522
CLUVERIO 1619, p. 388; GRÉGOIRE 1932-33, p.83 e p.97; sulle ricerche archeologiche effettuate
nel territorio, vd., KOLB-VECCHIO 2003, pp. 839-844.
523 Soltanto delle indagini archeologiche mirate sulla collina e sul primo nucleo abitativo
potrebbero delineare con maggiore concretezza le vicende dell’area urbana fra VII e XII secolo. Nessuna
traccia rimane nella struttura urbana della dominazione araba, anche se sembra che la città abbia avuto fino
al XIV secolo molti abitanti arabi come testimonierebbe il nome dell’odierno quartiere di Rabatu nel centro
storico di Salemi. Il termine deriva dall’arabo rabad che sta ad indicare un sobborgo particolarmente abitato
e presumibilmente extra moenia. Viene spesso utilizzato da Idrisi nella descrizione degli abitati come nel
caso di Calatafimi; vd., Idrisi, in Blib. ar. sic., I, p. 92.
524 CLUVERIO 1619, p. 388; GRÉGOIRE 1932-33, p.83 e p.97; BAVIERA 1846, p.62.
166