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molti secoli invariata (Figg.114-115). Nelle planimetrie di Francesco
Negro la cinta muraria forma un quadrilatero irregolare con agli angoli
quattro torri: Torre del fiume, Torre di San Francesco, Torre Bianca e Torre
Marte. Le mura della città (probabilmente costituite da pietra di tufo
largamente presente nella zona) erano larghe circa due metri ed erano
rafforzati da vari contrafforti: diciotto nelle mura settentrionali; dieci in
quelle meridionali, sei e nove rispettivamente in quelle occidentali ed
orientali. Mentre le mura Est, Nord ed Ovest erano circondae da un lungo
fossato (che veniva riempito d’acqua proveniente dal Màzaro) le mura
meridionali (che si sviluppavano parallelamente lungo la linea di costa)
protendevano direttamente verso il mare. Lungo il perimetro delle
fortificazioni si aprivano quattro porte: Porta Palermo a settentrione, Porta
Mokarta a Sud-Est, Porta Salaria ad Ovest (detta successivamente anche
Porta del Duca, Porta del Fiume e Porta Regina) e Porta Cartagine a Sud
(detta successivamente anche Cheramonte, Caricatore, Portello). Una quinta
porta (Porta del Salvatore) verrà in seguito aggiunta nel 1698 dal vescovo
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Graffeo . Il centro abitato circondato dalle fortificazioni verrà in seguito
suddiviso in quattro quartieri differenti tra i quali si differenzia tutt’oggi il
rione denominato la Casbah, caratterizzato da un impianto urbanistico
islamico tipico delle medine. Al 1093 risale l’erezione del centro a
vescovado e la costruzione della Cattedrale: in quell’occasione, Ruggero
destinò per vescovo un suo consaguigneo, Stefano di Ferro da Rouen, il
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quale venne consacrato dal pontefice Urbano II . Della struttura originaria
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Le antiche riproduzioni rappresentano un castello costituito da torri e mura di dimensioni varie
causate probabilmente da ampliamenti edilizi successivi che ne hanno alterato l’impianto originario;
DUFOUR 1992, pp. 426-427.
551 AMICO, II, p.65.
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ARCHIVIO DELLA CURIA VESCOVILE DI MAZARA, Arm. n. 36, palch. n. 2, pos. n. Ι, f. 1; Per la
bolla di Urbano II del 1093 relativa a Mazara del Vallo vd., STARRABBA 1893, pp.44-48; GARUFI 1903,
p.140.
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