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Oltre  alle  fortificazioni  ed  al  castello  normanno  che  durante  l’età

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                   federiciana rischierà già di cadere in rovina , si ritiene che in età normanna
                   venne edificata la chiesa di San Nicolò Regale che dovrebbe risalire, in base

                   ad un’ analisi stilistico architettonica, con buona approssimazione, al primo

                                               569
                   ventennio del XII secolo  (Fig.120a). Per la chiesa, mancano i documenti
                   specifici  per  la  sua  data  di  fondazione:  lo  storico  Rocco  Pirri  definisce  il

                   tempietto  «antiquissimus»  e  basandosi  su  un  diploma  del  10  Giugno  del

                   1101 attribuisce la sua fondazione al Gran conte Ruggero, probabilmente in

                   concomitanza  ai  lavori  di  ripristino  delle  mura  cittadine  del  castello  e

                                                                              570
                   dell’edificazione  della  Cattedrale  di  San  Salvatore .  Sita  nel  quartiere  di
                   San  Giovanni,  la  chiesetta  venne  edificata  sui  resti  di  una  villa  romana

                                                                                        571
                   risalente ad un periodo compreso tra il III ed il V secolo d.C. . L’edificio è
                   stato associato alla Chiesa della Santissima Trinità di Delia in Castelvetrano

                   per via della medesima pianta a croce greca inscritta in un quadrato di oltre

                   10 m. di lato e di una cupola, sostenuta da un tamburo cubico edificato a sua

                   volta su quattro colonne. Dal lato orientale sono fortemente pronunciate tre

                   absidi delle quali quella centrale risulta particolarmente ampia ed aggettante.

                   Malgrado  le  notevoli  trasformazioni  subite,  si  ha  motivo  di  ritenere  che

                   all’incrocio  tra  i  bracci  si  innestasse  una  cupola  e  che  i  muri  d’ambito

                   recassero internamente decorazioni musive e marmoree in stretta relazione

                   con  la  pavimentazione.  Pesantemente  rimaneggiata  in  età  barocca,  ha

                   conservato  l’originario  aspetto  esterno  decisamente  qualificato  da  una


                   ininterrotta successione di archi ciechi a rincassi multipli a chiudere le tre
                   finestre  a  sesto  acuto  disposte  su  ciascun  lato  della  struttura.  Sempre  nel




                          568  Nel 1239 Federico II ordina al giustiziere della Sicilia ultra di affidare il castello di Mazara a un
                   cittadino fedele per evitare la sua rovina; vd., HUILLARD-BRÉHOLLES, V, p.68.
                          569
                             BELLAFIORE 1990, p. 132; CASSATA et al. 1986, pp.229-230.
                          570
                             PIRRI 1733, II, p. 870.
                          571  DI STEFANO 1982-83, p.353.


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