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Oltre alle fortificazioni ed al castello normanno che durante l’età
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federiciana rischierà già di cadere in rovina , si ritiene che in età normanna
venne edificata la chiesa di San Nicolò Regale che dovrebbe risalire, in base
ad un’ analisi stilistico architettonica, con buona approssimazione, al primo
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ventennio del XII secolo (Fig.120a). Per la chiesa, mancano i documenti
specifici per la sua data di fondazione: lo storico Rocco Pirri definisce il
tempietto «antiquissimus» e basandosi su un diploma del 10 Giugno del
1101 attribuisce la sua fondazione al Gran conte Ruggero, probabilmente in
concomitanza ai lavori di ripristino delle mura cittadine del castello e
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dell’edificazione della Cattedrale di San Salvatore . Sita nel quartiere di
San Giovanni, la chiesetta venne edificata sui resti di una villa romana
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risalente ad un periodo compreso tra il III ed il V secolo d.C. . L’edificio è
stato associato alla Chiesa della Santissima Trinità di Delia in Castelvetrano
per via della medesima pianta a croce greca inscritta in un quadrato di oltre
10 m. di lato e di una cupola, sostenuta da un tamburo cubico edificato a sua
volta su quattro colonne. Dal lato orientale sono fortemente pronunciate tre
absidi delle quali quella centrale risulta particolarmente ampia ed aggettante.
Malgrado le notevoli trasformazioni subite, si ha motivo di ritenere che
all’incrocio tra i bracci si innestasse una cupola e che i muri d’ambito
recassero internamente decorazioni musive e marmoree in stretta relazione
con la pavimentazione. Pesantemente rimaneggiata in età barocca, ha
conservato l’originario aspetto esterno decisamente qualificato da una
ininterrotta successione di archi ciechi a rincassi multipli a chiudere le tre
finestre a sesto acuto disposte su ciascun lato della struttura. Sempre nel
568 Nel 1239 Federico II ordina al giustiziere della Sicilia ultra di affidare il castello di Mazara a un
cittadino fedele per evitare la sua rovina; vd., HUILLARD-BRÉHOLLES, V, p.68.
569
BELLAFIORE 1990, p. 132; CASSATA et al. 1986, pp.229-230.
570
PIRRI 1733, II, p. 870.
571 DI STEFANO 1982-83, p.353.
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