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territorio di Mazara si attestano infine alcuni monasteri legati alla disciplina

               basiliana. Al 1124 risale la fondazione del convento di S. Michele di Mazara

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               da parte di Giorgio di Antiochia . In età normanna venne fondata anche la
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               chiesa  della  Madonna  dell’Alto  attestata  per  la  prima  volta  nel  1144
               (Fig.120b).  La  tradizione  attribuisce la  fondazione di ques’ultima  chiesa  e

                                                                                       574
               relativo convento a Ruggero Gran conte ed alla figlia Giuditta . In origine
               la chiesa normanna annessa ad un cenobio italo-greco, presentava un’unica

               navata longitudinale di metri 20 x 5,50, suddivisa in tre campate scandite da

               tre  archi  trasversali  e  da  volte  a  botte  estradossate  disposte

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               trasversalmente .  Ai  fianchi della nicchia absidale  maggiore, due nicchie
               minori ricavate nello spessore murario presentano i resti di due affreschi di

               nobile  impronta  bizantina  riportanti  San  Basilio  e  San  Giovanni

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               Crisostomo   (Fig. 121).  L’affresco  che ritrae  S.Basilio  identificato  anche
               sulla base di alcune lettere greche recanti il nome del santo ormai scomparse,

               presenta i tradizionali canoni bizantini della sua iconografia. La nicchia di

               sinistra invece, in cui è ritratto S.Giovanni Crisostomo presenta una cornice

               gialla con dentro tondi alternati, rossi e azzurri; l’aureola gialla del Santo,

               orlata  di  marrone;  il  libro  con  il  dorso  rosso.  Gli  affreschi  accostati  con

               alcune figure mosaicate della Cattedrale di Cefalù, della Martorana e della








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                         WHITE 1938, p.42.
                      573  Ibid.,
                      574   PATERA  1975,  p.396,  nota  4;  la  fondazione  è  stata  ripetutamente  assegnata  alla  fine  del’XI

               secolo sulla base di un’ errata datazione di un diploma di Ruggero II da parte del Pirri; vd., PIRRI 1733,
               p.896; 1060.
                      575  Per una ricostruzione del monumento si rimanda a SCUDERI 1968, pp.40-41.
                      576  Gli affreschi furono rimessi alla luce durante gli anni cinquanta del secolo scorso. Poco dopo la
               scoperta,  furono  studiati  dal  Patera  che  ebbe  modo  di  vederli  e  fotografarli  fornendo  una  descrizione
               dettagliata e preziosa, in quanto oggi, deteriorati dal tempo, sono di difficile lettura; PATERA 1975, pp.395-

               400, figg., 1-4; TESTA 2002, p. 584.

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