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in forma di “U”, di “L” o di “O”, dove i diversi vani, generalmente allungati,

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               inquadrano un cortile o patio sul quale si rivolgono gli ingressi .
                      Sembra che l’arrivo dei Normanni a Trapani non abbia provocato una

               brusca  rottura  tra  le  varie  componenti  etniche  e  religiose  della  città,  in

               quanto,  accanto  alla  comunità  cristiana  (presumibilmente  ancora  di

               osservanza  orientale),  la  comunità  ebraica  continuò  a  prosperare,  e  la

               comunità islamica sembra abbia potuto disporre di propri cimiteri e tombe

               almeno fino a tutto l' XI secolo come attestano le lastre tombali arabe datate

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               attorno  al  1080  presso  il  Museo  Pepoli .  Alla  fine  del  XII  secolo,  ′Ibn
               Ǵiubayr  registra  ancora  un  certo  clima  di  tolleranza  che  accomuna

               all’interno  della  comunità  urbane,  tra  Musulmani  e  Cristiani,  i  quali

               esercitano i loro culti in luoghi distinti, (chiese e moschee) ma con lo stesso

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               zelo  religioso .  Il  racconto  sugli  abitanti  Musulmani  che  insieme  al  loro
               ḥâkim, si recano a pregare al muṣallâ, (una spianata destinata alla preghiera),

               rappresenta  infatti  una  chiara  testimonianza  della  vitalità  della  comunità

               musulmana trapanese (e delle sue tradizioni) in una fase in cui storicamente

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               è già in atto la gestione da parte dei Normanni del territorio .


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                         La casa pluricellulare aperta su di una corte si trova spesso nella Sicilia occidentale, in contesti
               databili tra l’XI ed il XIII secolo e fortemente islamizzati come la vicina Calathamet; la corte centrale, si
               adatta particolarmente alla famiglia “allargata” di tipo patriarcale; vd., POISSON 1990,  pp.199-205.
                      594  AMARI 1875, I, n. XVI-XVII, p. 78.
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                         ′Ibn Ǵiubayr, in Blib. ar. sic., I, p.167-168:  “ La nuova luna di questo mese comparve la notte
               del sabato, cinque gennaio, secondo la testimonianza prodotta presso l’ḥâkim, (giudice) di Trapani che la
               nuova luna del mese di ramaḍân s’era vista la notte del giovedì e che il giorno di giovedì (medesimo) il

               popol (musulmano) della capitale suddetta avea dato principio al digiuno. Indi la gente (musulmana di
               Trapani) festeggiò il compimento del ramaḍân dal giovedì del quale abbiam fatta parola. Noi in questa
               santa festività facemmo la preghiera in una delle moschee di Trapani, insieme con que’ cittadini ch’erano,
               per  causa  legittima  impaditi  di  andare  al  muṣallâ…la  gente  uscì  alla  volta  del  muṣallâ  col  magistrato
               preposto  à  giudizi  de’  Musulmani    e  se  ne  tornò  a  suon  di  taballe  e  di  corni.  Di  che  noi  facemmo  le
               meraviglie ed anco della tolleranza de’ Cristiani che stavan lì a gurdare ”.
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                         TRAMONTANA 1983, pp. 563-598;  PERI 1990, pp.13-49; HOUBEN 1999, pp.13-40; SMITH 2005,
               pp.35-48.

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