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venivano così come nel caso di Mazara trasportate nel centro principale che

                   dall’età normanna inizierà una nuova fase di vita. Nonostante l’esiguità dei

                   documenti, si ritiene infatti che Marsala durante l’età normanna fu soggetta

                   ad  una  nuova  intensa    edificazione  che  interessò  le  mura,  il  castrum  e  la

                   Chiesa  Madre,  quest’ultima  ricostruita  probabilmente  come  nel  caso  di

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                   Mazara, su una più antica  chiesa  bizantina .  Il  circuito  murario  costruito
                   all’epoca di Ruggero è visibile attraverso un’accurata veduta assonometrica

                                                                                                       619
                   ricca di particolari sugli edifici extra moenia di un anonimo datata 1706
                   (Fig.128) nonché da altre raffigurazioni cartografiche del centro urbano: in

                   particolare la cartografia di Francesco Negro risalente al 1640 e soprattutto

                   una cartografia di anonimo risalente al 1584 la quale riporta numerosi torri

                                                                       620
                   lungo i lati Nord-Ovest e Sud-Ovest della città  (Fig.129). I resti dell’antica
                   Lilibeo  che  occupavano  l’area  del  promontorio  sulla  costa  occidentale,

                   all’epoca  delle  raffigurazioni  erano  ancora  interrate.  Dai  dati  a  nostra

                   disposizione, si può ritenere che la città normanna rispetto a quella antica

                   (che  occupava  una  superficie  68  ettari)  era  di  dimensioni  notevolmente

                   inferiori: occupava una superficie di 36 ettari ed aveva un perimetro murario

                   di  circa  2,4  km.  Attorno  alle  mura  ruggeriane  venne  scavato  un  nuovo  e

                   modesto  fossato  che  correva  lungo  il  lato  Ovest  (in  corrispondenza

                   dell’odierno  Viale  Isonzo),  ed  in  parte  lungo  le  mura  perimetrali



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                             L’identificazione del sito della chiesa Madre con quello della più antica cattedrale di Lilibeo fu
                   proposta nel XVIII secolo dal marchese Villabianca a cui spetta di aver raccolto la documentazione locale.
                   Il  manoscritto  del  Villabianca  intitolato  Della  nobiltà  della  città  di  Marsala  o  sia  del  Lilibeo  antico  e

                   moderno, si trova presso la Biblioteca Comunale di Palermo (Qq. E. 96). Il marchese afferma che il titolo di
                   San Thomas Becket in età normanna fu dovuto ad una nuova dedica della chiesa preesistente all’arrivo dei
                   Normanni  in  quanto  intitolata  precedente  a  S.  Tommaso  apostolo.  Nel  caso  di  Marsala,  solo  saggi
                   all’interno o nelle immediate vicinanze della chiesa potrebbero confermare l’usanza da parte dei Normanni
                   di ricostruire chiese e conventi non mutandone l’antica ubicazione; vd.,  VILLABIANCA 1989, p.85; PIRRI
                   1733, II, p.883; AMICO 1855-56, II, pp. 46-47.
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                             DUFOUR 1992, p. 448.
                          620  Ibid., p. 445.


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