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All’impianto sotterraneo si accedeva  attraverso una torre normanna,

                   di  cui  rimangono  oggi  esili  tracce  (Fig.133);  costruita  nel  XII  secolo  per

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                   custodire l’entrata alle grotte, segnava l’accesso al Santuario sotterraneo .
                   Gli  scavi  effettuati  a  partire  dal  1991  hanno  accertato  che  il  vano  Nord

                   (Cappella Nord) venne adibito a luogo di culto tra la fine del XII secolo e la

                   prima  metà  del  XIII  in  un  momento  in  cui  era  già  in  atto  un  processo  di

                   latinizzazione.  Nella  parete  orientale  secondo  l’orientamento  canonico  è

                   presente un altare che ha sfruttato un arcosolio paleocristiano mentre nella

                   parete Nord un altro arcosolio venne riusato come ossario. Presso  il muro

                   occidentale di fronte all’altare sono presenti affreschi devozionali di ottima

                   fattura. La cappella Sud, così come la Nord, utilizza un recesso dell’antica

                   latomia adibito a cimitero paleocristiano. In questa parte si preservano in uno

                   stato  di  degrado  alcuni  affreschi  dell’abbazia  basiliana  rientranti  nel  solco

                   della  tradizione  pittorica  bizantina:  si  tratta  in  particolare  di  un’icona

                   raffigurante la Madonna con il bambino e un San Giovanni, un gruppo di

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                   due Santi ed un gruppo di tre Santi tutti databili tra il XII ed il XIII secolo .
                          La  figura  dell’Ordigitria  è  sita  all’interno  di  un  ampio  riquadro,

                   delimitato da una cornice a bastone e contornato all’interno da due fasce, una

                   rossa ed una gialla. Il fondo è di colore blu così come le linee che disegnano

                   le vesti della Vergine e del Bambino. Le aureole e le ocre sono colorate con

                   le ocre; di recente, A. Testa ha potuto rilevare la presenza di lettere greche

                   ormai difficilmente leggebili a causa dello stato di degrado dell’affresco          639


                   (Fig.134). Sulla destra si preserva anch’esso in uno stato di degrado avanzato
                   un affresco attribuito a S. Giovanni. Le icone con l’ Odigitria e S. Giovanni




                          637   La  torre  ancora  non  crollata  al  tempo  dello  Scuderi  che  eseguì  in  loco  varie  eplorazioni,
                   presentava  il  tipico  motivo  arabo  in  un’arcata  cieca  a  rincasso  che  serviva  ad  animare  un  rigido
                   geometrismo dell’impianto volumetrico;  SCUDERI 1968, p.16, fig. 30.
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                             SCUDERI 1978,  p. 39;  TESTA 2002, p.570.
                          639  TESTA 2002, p.570.


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