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               munita  di  torri  denominata  Baglio  del  castello .  Tutt’oggi  le  due  parti
               risultano separate in quanto nel XIX secolo l’area fu investita da lavori di

               restauro eseguiti per volere del Conte Pepoli. Dalla iconografia del castello

               pervenutaci, possiamo ricavare che le due parti erano però unite e che le torri

               costituivano  una  corte  avanzata  del  castello.  Questa  struttura  precedeva  il

               nucleo più interno e maggiormente fortificato. È interessante notare inoltre

               che il culto antico della dea elima giunga fino alle soglie del Rinascimento,

               dal  momento  che  una  basilica  cristiana  dedicata  alla  Madonna  rinvenuta

               durante gli scavi effettuati nell’area del castello dal Cultrera, venne eretta nel

               medesimo punto della piattaforma rocciosa ove sorgeva con ogni probabilità

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               il santuario pagano . Presso il Museo Cordici di Erice si conservano alcune
               monete dell’epoca di Guglielmo I (1154-1166), di Guglielmo II (1166-1189)

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               di Enrico VI di Svevia (1194-1197) e Manfredi (1256-1266) .
                     Da  una  probabile  donazione  risalente  al  1241  con  cui  Federico  II

                                                                                          660
               donava terras e casalia inabitata in favore dell’universitas ericina , nonché
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               dalle ultimi ricognizioni archeologiche di superficie , siamo a conoscenza
               che  il  territorio  ericino  (da  Erice  verso  Est,  fino  quasi  a  raggiungere

               Castellammare del Golfo), era caratterizzato dalla presenza di una serie di

               abitati  rurali.  Questi  casali,  durante  l’  età  araba  e  normanna  erano  abitati

               dalla popolazione musulmana (Fig. 112). Allo stato attuale della ricerca, si

               ritiene che tali abitati vennero probabilmente abbandonati nel corso del XIII


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                         MAURICI 1992, p. 295.
                      658  CULTRERA  1935,  p. 314.
                      659  TUSA CUTRONI 1971, pp. 43-45.

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                          I  Casali  menzionati  sono:  Cuurcii,  Scupelli,  Farginisi,  Rachalguni,  Yrini,  Rachalob,
               Handiviluara,  Bumbuluni,  Murfi,  Busit,  Arcudaci,  Ynnichi,  Rachalrulei;  ARCHIVIO  STATO  DI  PALERMO,
               Notaio G. Comito, I stanza, vol. 846, 1445 ott. 1, cc.33r-34v. ed critica in MAURICI 1997 e BRESC-BRESC
               1977, pp. 349-350; La medesima lista di abitati la ritroviamo in un altro documento conservato ad Erice con
               alcune varianti toponomastiche e la menzione di un casale Hurri.  BIBLIOTECA COMUNALE DI ERICE, ms. n.
               76, edito in LA MANTIA 1887, pp. 364-365.
                      661  ROTOLO-MARTIN CIVANTOS 2012, pp. 413-418; ROTOLO et al. 2012, pp. 61-64.


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